Dettagli Recensione
Irresistibilmente scorretto
“Ma ho anch'io i miei principi. Non ho mai venduto armi, droga o cibi dietetici”.
Confesso di aver faticato un po’ nella prima parte di questo libro, siccome il romanzo comincia in medias res, e il protagonista, nel suo monologo, accenna inizialmente a fatti e persone che si chiariranno solo successivamente. Ma la fatica delle prime pagine è stata ampiamente ripagata dal seguito, assolutamente spassoso e piacevole.
La versione di Barney nasce in risposta alle pesanti calunnie mosse al protagonista da un ex amico, lo scrittore Terry Mc Iver; come piccata replica Barney Panofsky, ultrasessantenne produttore televisivo canadese, spumeggiante e decisamente sopra le righe, scrive questo biografia involontariamente e genuinamente esilarante, costituita delle sue“ memorie”, certo politicamente molto scorrette e molto caotiche, ma assolutamente spassose.
Il protagonista è ben consapevole di non aver avuto un’esistenza definibile come morigeratissima, avendo passato allegramente gran parte di essa fra bevute e fumate con scrittori e artisti in fieri, e guadagnandosi da vivere con sceneggiature televisive di dubbio gusto, ma non rinnega nulla, non cerca scusanti o paraventi; la sua spontaneità e sincerità lasciano disarmato il lettore, suscitando una benevolenza e una simpatia inaspettate e inizialmente insospettabili.
Il suo racconto procede via via fra ricordi, divagazioni (soprattutto queste) riflessioni personali, parentesi aperte e spesso non chiuse, accuse e sfottò decisamente sarcastici ma che, personalmente, mi hanno fatto letteralmente sbellicare dal ridere. Barney è un fiume in piena, la sua ironia è caustica, corrosiva e molte delle sue frecciate sono fulminanti ma anche estremamente divertenti.
Non giovano al filo narrativo, ma certamente alla scanzonata piacevolezza della narrazione sì, gli improvvisi vuoti di memoria del protagonista, che tuttavia riesce a rimediarvi con associazioni mentali quantomeno fantasiose e sicuramente articolate. Il protagonista si conosce, è consapevole del suo caratteraccio e un po’ ci gioca, ma non fa nulla per nasconderlo: questa forse è la forza della sua simpatia.
Egli è infatti un personaggio intelligentissimo, ma burbero, scontroso e avulso da ogni regola di minimo buon senso; beve e fuma troppo, non risparmia nessuno dei suoi nemici da battutacce al vetriolo, ma alla fine ti conquista, quando, dietro la facciata da uomo burbero, intravedi un uomo ancora perdutamente innamorato dell’ex moglie, un anziano signore cui l’età che avanza sta aggiungendo un bel po’ di confusione mentale senza riuscire, però, a intaccare mordente e vitalità.
Specie nell'ultima parte del romanzo, quando Mr.Panofsky ci appare in tutta la sua vulnerabilità,anche fisica, ben celata sotto la scorza da duro, ispira una tenerezza infinita.
“Posso querelare per diffamazione un tizio che mi accusa nero su bianco di avere picchiato mia moglie, di essere un plagiario, uno spacciatore, un alcolizzato con tendenze violente, e con tutta probabilità anche un assassino?"
"Non saprei. Mi sembra che il tizio sia piuttosto bene informato".
Un libro leggero e intelligente, una storia sconclusionata ma appassionante, un personaggio comico, arguto e irresistibile.
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Commenti
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ottima analisi e contenta che alla fine ti abbia fatto tenerezza,io l'ho detestato fino alla fine e l'ho bocciato :P
@Gracy: in effetti non ti si può dare tutti i torti;)))!!!!Io impazzivo soprattutto per le divagazioni, all'inizio...già sono casinista io, per seguire lui diventavo matta!
Devo dire che la tua recensione però mi spinge fortemente a provarlo perchè mi hai fatto intuire l'uomo che si cela dietro al personaggio.Provo...poi ti dico :)
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