Dettagli Recensione
Il bambino con i petali in tasca.
"Volerò sopra il mare come un uccello imbattibile e non mi fermerò mai."
Un bambino che vive in un orfanatrofio desidera ardentemente ritrovare il padre che lo ha abbandonato alla nascita, inizia così per lui un'avventura per le strade di Bombay.
Scoprirà una città dove la povertà regna sovrana, fatta di bimbi che vivono per le strade facendo l'elemosina, vite costellate di disgrazie e infelicità, lotte religiose tra indu e musulmani, dove a rimetterci sono sempre i più deboli, una realtà cruda, pesante, che a tratti mi è risultata difficile da accettare.
"E' veramente possibile vivere così?", questa domanda mi ha danzato nella mente durante tutta la lettura del libro ed alla quale non ho trovato risposta, non sono riuscita a capire perchè ancor oggi esistano queste tristi realtà dove chi ne soffre maggiormente sono i bambini.
Chamdi sopravvive grazie alla sua grande forza di volontà e perchè sogna un mondo migliore dove non esistano persone cattive e dove si può trovare cibo senza difficoltà, dovrebbero leggerlo i ragazzi che vivono nelle nostre città che hanno tutto e che non si accontentano mai!
"Chamdi vorrebbe chiedergli di Bombay, del perchè non si vedono colori, canzoni, facce sorridenti, effusioni. Ma poi si dice che è in città da troppo poco tempo. Prima o poi si imbatterà di certo in qualcosa che assomiglia al luogo della sua fantasia."
"Chamdi si chiede quante lingue esistano al mondo. Un giorno lui creerà la sua. E' un pensiero che gli mette allegria. Inventerà parole positive, che fanno solo bene e non feriscono mai anche se non è certo che sulla terra ci siano persone abbastanza forti da saper usare parole di bellezza. Creerà una lingua che non contempla il NO. Allora sì che le sue richieste di cibo sortiranno sempre l'effetto desiderato."
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