Dettagli Recensione
voglia di India.........
Mi ha fatto venire voglia di andare in India. Non ci troverete grosse descrizioni di paesaggi, ma una serie di sensazioni che vi verrà voglia di vivere in prima persona: l’abbraccio caldo di una città affollata intorno a voi, che vi illuda di sciogliere i nodi del vostro cuore, ad esempio.
Il lucente sfolgorio dei sorrisi della gente che pullula nelle strade di Mumbai. E che sorride, sempre e nonostante tutto quello che noi potremmo classificare come ‘bruttura’, e tormentosa prova per i nostri sensi, come gli invadenti odori delle strade, o la povertà estrema dell’abbigliamento dei più.
Vi verrà voglia di vedere le buie colline dell’Afghanistan, magari, dopo aver letto del periodo passato dal protagonista in mezzo ai combattenti mujaeddin, fra i mondi di quel tormentato paese. E vi verrà voglia di continuare a leggere, man mano che proseguirete nella lettura di queste splendide 1150 e rotte pagine.
Pagine in cui conoscerete il senso di smarrimento mentale a cui porta l’amore vero, e gli errori a cui può condurre il viscerale bisogno di sostituire un padre assente da sempre. O gli abissi in cui si può cadere dopo essere stati separati dai propri figli, come accade al protagonista.
Per la cronaca, il protagonista ha impiegato 13 anni per scrivere questo libro, le cui prime 600 pagine di bozze sono state composte in prigione, e sono andate distrutte, nella loro prima stesura. Gregory D. Roberts è infatti un ex professore di filosofia australiano che, disperato per la fine del suo matrimonio e l’allontanamento di sua figlia, si è dato alla droga, per poi finire in carcere con una condanna a venti anni per rapina a mano armata.
E’ riuscito poi, a soli 30 anni, a fuggire da un carcere di massima sicurezza approfittando della presenza di alcuni operai calandosi dalla porta principale con una fune. Roberts ha veramente passato vari anni in India, dove ha abitanto (come racconta) anche in uno slum, riuscendo a conoscere nonostante il suo carattere apparentemente schivo, miriadi di persone. E lì ha ricevuto il suo nuovo nome, Shantaram.
Personaggi che gli hanno colorato la vita di fuggiasco di battute ironiche e memorabili, sorrisi ampi come il mondo (impossibile non innamorarsi della sua guida indiana, il meraviglioso Prabaker, che vi metterà di buonumore con le sue battute).
“Anche mentre venivo torturato nella peggiore prigione indiana pensavo: prima o poi questo lo scriverò in un libro”, ha dichiarato una volta lo scrittore, che tutte le sere, nella sua vita ‘balorda’, come la definisce, ha sempre trovato tempo per annotare su un taccuino frasi impressioni e ricordi della sua giornata. Dopo 13 anni ne è nato un libro. Imperdibile
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io l'ho letto un paio di mesi fa e l'ho divorato.......aspettero qualche altro mese e lo rileggerò con piu attenzione. Anzi lo studierò proprio, c'è davvero molto in questo libro!
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