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Emozioni in cucina
La lettura, in genere, è tra le poche cose che possono soffocare le sensazioni esterne: emoziona, delizia, annoia, tormenta. Questa è, invece, una storia singolare, almeno per la nostra cultura occidentale, che rispecchia molteplici modi d’essere e d’intendere la vita, attraverso gli occhi di una ragazza triste. L’ambientazione giapponese offre uno spaccato di società orientale in cui la protagonista Mikage, restata priva di tutta la sua famiglia, si rifugia in un luogo, la cucina, a lei molto caro, accogliente e sicuro, per meditare e raccogliere tutti i suoi pensieri. Per alleviare la solitudine della protagonista, un amico, Yuichi le offre la possibilità di trasferirsi presso casa sua. Mikage accetta e trova conforto soprattutto nella mamma dell’amico, Eriko, in realtà persona ambigua, che le ridarà, con i suoi modi affabili ed i suoi discorsi, la gioia di vivere accogliendola come una persona di famiglia e facendole nuovamente tornare il sorriso. Pare che tutto vada per il meglio per Mikage, sino a quando i meccanismi vitali s’interrompono: lei ricade nuovamente in quella solitudine che non l’aveva mai abbandonata. Il rapporto poco chiaro con l’amico e il forte carattere della ragazza che ha subito la perdita degli affetti familiari, sono le tematiche principali del romanzo che vengono narrate affrontando con serenità valori e sentimenti di amicizia, amore, omosessualità, solitudine e tristezza con uno stile schietto, semplice, profondo, intenso e commovente allo stesso tempo dalla Yoshimoto la quale ci presenta una donna che con una grande forza e coraggio affronta varie vicende rifugiandosi in tutto ciò che è elevato e sublime nelle meravigliose forme dell'esistenza e adattate a tutti i possibili servizi ed esigenze.
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