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La pervasività della morte e la ricetta dell'immor
La storia si apre con una serie di descrizioni che rendono un'idea precisa del modo di vedere e di sentire il mondo dell'autore: branchi di cani selvatici che girano per il paese sbranando gente tra cui, perché no, l'ex padrone; bidoni stracolmi di rifiuti ( al 90% assorbenti usati) che spinti dal vento liberano il loro contenuto nelle strade. Alberi, siepi, recinzioni si riempiono di questa roba come alberi di Natale. E il protagonista ha "il dono" di riconoscere a naso la padrona di ogni assorbente. Questo per rendere l'idea. Le descrizioni sono tutte mortifere. Morsi di serpente, di animale, d'insetto, rapporti sessuali che non hanno niente di piacevole ma anzi sono descritti in modo da sembrare quasi altro (un modo di propagare l'epidemia). Il mondo di Chuck è senz'anima. I personaggi sono bidimensionali a parte questa idea fissa della morte inseguita in ogni pagina del libro mettendo la mano nelle tane degli animali, facendosi mordere da serpii e vedevo nere, trasmettendosi malattie come la rabbia, facendo giochi con cadaveri di animali, e gare con le macchine da sfasciare. Il libro, sono sincero, è di difficile lettura, molto difficile. Non posso dire che è un brutto libro, che è scritto male, che l'idea del racconto corale a tante voci non abbia una sua suggestione. Non posso dire che Chuck non sa scrivere perché non è vero. Il problema per me è il contenuto non la forma o il modo di scrivere. Al mondo viene tolta ogni umanità, ogni slancio. E' un posto addirittura peggiore di come è davvero. L'immortalità, che forse il protagonista raggiunge grazie alla sua fine spettacolare ecc... sembra lo stato di immagine indelebile di un cartellone pubblicitario o quello dell'automobile vuota sopravvissuta all'ecatombe della Strada di Cormac.
Questo libro, mi fa pensare (anche se molto, molto diverso) agli Incendiati di Moresco. Però lì c'è dell'umanità, uno slancio ideale fortissimo. Qui io non trovo niente né nell'autore né nei personaggi. Questo libro mi fa pensare a quei ragazzi che entrano nelle scuole armati e a tutti quegli episodi (troppi) che capitano in America.
Io non riesco a leggere un libro dove non c'è traccia d'umanità. Ce n'è così poca nel mondo che bisogna cercarla nei libri, ma se anche i libri sono così... Invece di dare una visione da un punto di vista diverso, da un'altra prospettiva, ingrandendo o allontanando certi sentimenti, certe passioni, facendo scorrere il tempo in modo diverso... ecco una panoramica sconfortante sul nulla senza una via di fuga. Se il mondo fosse così altro che immortalità, altro che scriverci sopra un romanzo di successo, meglio l'atomica.
E adesso cercherò di impedirmi di pensare che magari Fight club è meglio.
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E Fight Club è bellissimo!! se non l'hai letto, leggilo è motlo più bello del film!! Anche Diary vale la pena... a mio parere i più belli di Palahniuk e non sono un'amante di questo scrittore.....
Da quello che scrivi, mi viene da pensare che invece Palahniuk abbia fatto centro: in fondo quello che mi sembra voglia evidenziare nei suoi libri è proprio quanto imbruttito veda lui il mondo.
Condivido: scrive cose poco digeribili, ma se piace, a chi piace, piace anche per quello.
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