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Anch'io salvo un agnello...
Il titolo mi ha fatto pensare parecchio. La quarta di copertina ha il suo che d'interessante.
Il protagonista è un'esca a cui non ho saputo resistere.
Tutti questi ingredienti per arrivare a questo libro, così criticato, ammirato, discusso.
Su di me ha avuto uno strano effetto; dopo aver visto commenti che ne esaltavano l'audacia o che ne biasimavano i contenuti arriva la sottoscritta che pensa solamente: 'questa è la vita non raccontata di un uomo speciale'.
Punto e basta.
Ora, se dovessi giudicare dal fatto che io (credente, ma molto laicizzante) amo le novità, direi semplicemente che questo libro mi è piaciuto, per ciò che è raccontato, per come viene raccontato e perché viene raccontato.
Saramago, ateo, conosce le Sacre Scritture meglio di me (e io ho profonda stima di qualunque autore sappia ciò che scrive).
Bellissimi i suoi modi di descrivere gli antichi paesaggi, reali, vividi, da tutte le angolazioni, il suo modo di puntare la nostra attenzione sulla società del tempo, così severa, chiusa, superstiziosa. E' un salto all'indietro in un tempo davvero esistito che riecheggia ancora nel nostro mondo.
Lo stile come già detto in precedenza non è semplice, richiede calma e buona pazienza per adattarsi, in tal modo il lettore riesce pian piano anche a entrare in sintonia con una storia così fuori dagli schemi.
Per quanto riguarda i contenuti io li ho apprezzati, mi hanno incuriosita, invogliata a proseguire, mi hanno portato nuovi punti di vista da approfondire. E tutto questo senza minare in alcun modo la mia fede religiosa (sinceramente penso che la religione con questo libro c'entri poco... o forse è solo un mio parere?).
Vediamo questo Gesù così umano, un ragazzo quasi come tutti gli altri, io ho pensato solamente " questa potrebbe essere la vita di Gesù non raccontata nei Vangeli, non ci trovo nulla di strano o 'blasfemo' ". Un uomo dalle tante sfaccettatture, dai mille dubbi e convinzioni, con un cuore come gli altri e un destino così 'pesante'.
Particolari e interessanti le figure di Dio e del Pastore, una contrapposizione che ne evidenzia (secondo l'autore) le molte cose in comune, le tante bontà e malefatte di queste due entità che dovrebbero essere l'uno l'opposto dell'altro, ma che in realtà sono due facce della stessa medaglia (sempre a detta dell'autore).
Una scelta che dovrebbe far riflettere il lettore anche sulle situazioni della vita.
Gli altri personaggi, la madre, l'amante, i fratelli, il padre e altri sono altresì fondamentali per creare intorno la figura del Messia quella parvenza d'umanità forse poco apparente nei testi sacri.
Detto questo, ne consiglio la lettura a tutti, i temi trattati sono rilevanti ma si tratta pur sempre di un romanzo. L'autore fa una specie di cronaca, il tono è quasi distaccato come se gli eventi scorressero dietro un vetro, l'immagine è reale ma il suono è ovattato.
Ovviamente la scelta del libro sta alla sensibilità del lettore, ma credo che ognuno con un piglio più oggettivo e una mente più aperta possa leggerlo senza problemi. Io tutta questa eresia non l'ho trovata, così come non ci ho visto (o non sono riuscita a vederci?) tutta quest'aspra critica alle istituzioni religiose o ai credenti stessi. Secondo me il libro è a libera interpretazione. Se invece non lo è, nessuno mi ha puntato la pistola addosso per farmi comprendere il vero significato.
Consigliato
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Commenti
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E grazie Federica!
@Cub, è un'ottima lettura, puoi andare sul sicuro :)))
Questo di Saramago l'ho letto molti anni fa e m'era piaciuto molto, con quest'altro che ti propongo ho ritrovato un genere simile-diverso-intrigante-affascinante.
Provalo, poi mi farai sapere-ciao
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trovo la tua recensione molto utile!