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La zia Julia e lo scribacchino
 
La zia Julia e lo scribacchino 2013-01-29 21:12:24 Mario Inisi
Voto medio 
 
3.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    29 Gennaio, 2013
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Troppi parenti

La cosa interessante del racconto è soprattutto la serie di romanzi radiofonici che sono incastrati nella storia principale. All'inizio non si capisce bene cosa ci facciano, cosa siano e quale sia la storia-base per cui il lettore non sa cosa pensare di tutte quelle situazioni scollegate e strane, tutte lasciate in sospeso. A un certo punto (abbastanza avanti a dire la verità) si inizia a capire qualcosa della struttura del libro. Il lettore non fa a tempo a tirare un sospiro di sollievo,che il narratore radiofonico si ammala di una malattia neuro-degenerativa non ben precisata per cui i personaggi delle sue storie iniziano a scambiarsi di ruolo e di identità, a confondersi. L'idea è molto bella ma inevitabilmente caotica e secondo me anche male organizzata, visto che il lettore (io ho poca memoria) già dall'inizio si perde. Tutto sommato è come se l'incastro iniziasse a funzionare troppo avanti nella lettura quando il lettore ha scordato le singole storie e i nomi dei relativi personaggi che erano molte, troppe pagine prima. Il romanzo richiederebbe una seconda lettura per essere perfettamente compreso e apprezzato. Richiederebbe anche una prefazione adeguata che prepari il lettore a quanto lo aspetta e che chiarisca in anticipo come leggere il romanzo. Le storie radiofoniche, sono scritte in modo curioso, sempre più surreale. Iniziano tutte in modo credibilissimo ma poi c'è qualcosa, all'inizio un nonnulla, poi aspetti o reazioni sempre più eclatanti, per cui appaiono fuori le righe. Questo aspetto si accentua andando in là nel romanzo, volutamente, come conseguenza della malattia dello scrittore radiofonico e è un aspetto riuscito e molto interessante.
La storia principale, sinceramente, a me non è piaciuta molto e nemmeno la conclusione. Possibile che il protagonista si debba innamorare solo di zie e cugine con tutta la gente che c'è nel mondo?
E poi a differenza dell'altro libro che ho letto, Le avventure di una ragazza cattiva, trovo più prosaico il modo di ragionare del ragazzo nemmeno maggiorenne: la storia d'amore che sembra così unica è a scadenza (purché duri almeno cinque anni). A me il libro non è piaciuto particolarmente anche se il modo di scrivere è brillante. A chi lo volesse leggere consiglio di trovare la traduzione di Glauco Felici (Einaudi), sicuramente molto migliore di quella che ho preso io. Me ne sono reso conto leggendo due libri di Vargas Llosas di seguito. C'è una gran differenza nella scelta delle parole. La cosa mi ha dato all'inizio della lettura anche un po' fastidio. Comunque a chi dovesse affrontare l'autore per la prima volta consiglierei Le avventure della ragazza cattiva. Altri libri non ne ho letti.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Marquez
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60
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Commenti

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Lo sto leggendo e l'ho quasi finito. Devo concordare con te sul contenuto, che trovo un po' leggero, non ci sono approfondimenti culturali o descrizioni del popolo peruviano; il limite più grande, secondo me, è che questa storia potrebbe essere ambientata in qualunque posto del mondo senza subire grosse variazioni.
Quello che invece ho trovato geniale è proprio la struttura, il continuo fluire l'essere in fieri, il cambio di stile ad ogni mini-racconto, quell'essere sopra le righe!
Come spesso accade non è la storia ad interessarmi, ma lo stile e credo che in questo caso oltre ad essere buono c'è anche un tentativo di sperimentazione del testo, che ormai non riesco più a trovare negli scrittori contemporanei.
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