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DEWEY, UN GATTO SIMPATICO E...
Se vi sentite oppressi e stanchi, se fuori dalla finestra piove e fa freddo, e per di più cade anche la neve, e dentro casa si gela... accendete un fuoco e se(soprattutto,altrimenti non servirebbe a niente) amate le cose semplici ,leggere e soffuse di luce calda e visi amici e in ultimatum adorate anche gli animali,specie i gatti.... allora il libro Io e Dewey fa assolutamente al vostro caso.
Ho preso il libro proprio per un motivo, non sopporto i gatti, e volevo conoscere la storia di questo felino rosso ,a detta della Myron,molto particolare.Mi aspettavo già un noioso gatto,sublimato ed esaltato da tutta la cittadina di Spencer,uno sperdutissimo paese dell'Iowa.
Per prima cosa dobbiamo sapere che la Myron non ha scritto direttamente il libro ma il suo "tutore",essendo infatti una semplice psicologa e bibliotecaria e che il libro è stato scritto senza nessun interesse se non quello di far perdurare la memoria di Dewey.
Seconda cosa lo stile del libro ,seppure scritto da un tutore uomo, è saturo di affetto e semplicità femminili,anche se a volte intrise di lacrime un pò troppo zuccherose ed eccessive per i miei gusti,ma sono sprazzi che appaiono di tanto in tanto,senza infastidire e farne un minestrone lacrimevole ed è stato per me un buon passo avanti.
Dewey è un gatto che viene ritrovato abbandonato in una notte d'inverno,al freddo e al gelo,ma nonostante questo riuscì a sopravvivere il mattino successivo quando la bibliotecaria Vicki lo trovò in una cassetta di restituzione libri,fatta in acciaio.
Dopo questo possiamo seguire la crescita del gatto, il calore (e non lo nego) che ha portato nella biblioteca facendo divertire bambini troppo annoiati e perfino ridere una bambina disabile che non aveva mai riso né aperto bocca in vita sua. Si crea una rete, a mio dire interessante,di relazioni umane, di dialoghi mai banali, e via via ci si può inoltrare anche nella triste storia privata di Vicki, con un marito alcolizzato, la lotta contro le malattie autoimmuni ed il cancro, e poi il cancro di sua madre, il suicidio del fratello... Tragedie familiari però che sono riuscite a non soccombere e spegnere la voglia di vivere nonostante tutto, ci ritroviamo una Vicki veramente insolita,forte nonostante le amarezze e delusioni della vita. E il punto principale che lega tutte queste storie, sia private che della cittadina Spencer in generale, è proprio il gatto.
Non me ne intendo di gatti ma questo libro sinceramente mi è piaciuto. Parla semplicemente della realtà e dell'amore verso gli animali, della famiglia e dei rapporti umani. Ci sono ovviamente episodi
d'ilarità e divertimento da parte di Dewey, qualche ridicolizzazione da parte della stessa bibliotecaria che ,a mio parere,ha un pò sublimato il gatto.. ma tutto sommato, un libro carino e piacevole da leggere in un pomeriggio freddo(ma anche caldo).
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ma con due cani in casa non potrei neanche tentare di conoscerne uno più da vicino :_)
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