Dettagli Recensione
Una banda di idioti
Ignatius potrebbe essere uno dei personaggi di Pennac. Lui e sua madre sembrano delle caricature, tutte le cose che gli capitano sono divertenti e incredibili senonché sorge il dubbio, dando un occhiata alla biografia dell'autore, che lui fosse veramente un tipo così, strano, geniale, insopportabile con una madre petulante e volitiva. Basti pensare alla storia del manoscritto. La madre ha assillato tutti finché non ha trovato un editore che ha ceduto e ha finalmente pubblicato il libro (che è diventato un caso letterario). L'immagine di Ignatius che scappa dalla madre a bordo della vecchia automobile, è anche commovente se si pensa che J. Toole è scappato dalla madre suicidandosi proprio su un'automobile come quella. Viene da pensare che J. Kennedy fosse una di quelle persone inadatte a vivere, incapaci nei rapporti umani e terribilmente geniali, con un'intelligenza cui la vita di tutti i giorni andava stretta. Che assomigliasse fin troppo al suo esilarante e surreale personaggio. Non so se ho reso l'idea, il libro è di quelli divertenti e non c'è un discorso serio o sensato perché nè il protagonista, nè, credo, l'autore lo sono.
Sembra scritto da un allegro buontempone ma evidentemente il malessere di Ignatius non era solo letterario, non era solo finzione di cui ridere con il lettore. Quella difficoltà a fare qualcosa come fanno tutti, a cercarsi un lavoro, l'attaccamento ridicolo e simbiotico alla madre erano fin troppo sinceri. Il libro merita di essere letto.