Dettagli Recensione
Qualcosa di stonato....
Isabel Allende la scelgo sempre. E’ la mia mamma-oca preferita, quella che racconta le storie “più favolose”. Quindi non leggo nemmeno il risvolto di copertina prima di sceglierlo, lo so già che mi piacerà, ma stavolta non è andata precisamente così…
Il suo stile è unico e anche in questo libro rimane fedele a sé stesso, dipinge immagini e vita. E’ però una storia contemporanea e questo è il motivo principale per il quale non l’ho apprezzato come i precedenti. Nelle epoche in cui non ho vissuto trovo più fascino.
Viene raccontato il miracolo di vita di Maya, che riesce a sopravvivere alla droga, alle botte, all’indifferenza. E anche in questo caso, trovo più fascino nelle piaghe passate più che in quelle attuali, che mi spaventano perché non occorre immaginarle, le vedi.
Come tutti i romanzi della Allende, anche questo porta con sé rinascita, passione e coraggio. Porta con sé il Cile, le tradizioni, la magia, il ritmo. Donne determinate in modo strabiliante. Mi risulta difficile conciliare ad un mondo attuale e moderno, piagato dalle dipendenze, il mondo profondamente interiore e passionale che contraddistingue le scenografie della Allende.
Per questa ragione non concedo un voto pieno al romanzo e consiglio a chi deciderà di iniziare a leggere I.Allende di non scegliere questo come prima lettura.
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