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Le braci
 
Le braci 2013-01-16 18:32:17 Mario Inisi
Voto medio 
 
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    16 Gennaio, 2013
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Ambiguità

Il libro sembra debba spiegare cosa è successo veramente 41 anni prima nel triangolo costituito dal generale, dall'amico del cuore, il musicista Konrad e dalla moglie del generale, ormai morta da tempo. Sembra che lo scopo del generale sia fare chiarezza sul presunto tradimento degli altri due, per ricostruire non tanto la verità dei fatti, ma soprattutto quello che i fatti non possono dire. Il generale dichiara di cercare in qualche modo la vendetta. In realtà presto il lettore si accorge che tutto si cerca meno che la verità (né tanto meno la vendetta). Non è il presunto tradimento la colpa più grande dell'artista ma la successiva fuga ai Tropici e la lontananza durata 41 anni, anni durante i quali la vita di entrambi è scivolata via senza valore in attesa dell'incontro finale chiarificatore.
Probabilmente la verità la si sfiora, la si intravede ma resta sempre nell'ombra senza venire mai allo scoperto. L'amico Konrad, che sembra venuto apposta per una spiegazione (non poteva non venire, dice) finisce per non rispondere a una delle due domande dell'altro mentre alla seconda dà una risposta laconica. Si inizia a intuire che la verità in fondo non ha nessuna importanza. La moglie ha cercato di dirla(ma lui non le ha mai più voluto parlare dopo la partenza dell'altro), l'ha scritta in un diario che il generale non ha mai aperto (ma avrebbe potuto farlo in qualsiasi momento) e che brucia nel fuoco davanti all'amico. Perché, se non per dimostrare che quella verità non conta, che la verità nascosta è un'altra?Cos'ha quest'altra verità di così sconvolgente, di così indicibile o forse inafferrabile, da far puntare all'uno il fucile alla tempia dell'altro durante una battuta di caccia? Il problema viene tirato in ballo già all'inizio della storia quando si descrive la profonda e disinteressata amicizia tra i due protagonisti e viene posto il dilemma se essa debba contenere dell' Eros. In un rapporto così grande, così importante da sembrare eterno, così generoso e perfetto è forse già presente il baco, la bomba a orologeria che segnerà la fine dell'amicizia o dell'esistenza di uno degli amici. Per sopravvivere o per far sopravvivere quel rapporto diverso è necessaria la lontananza, che in ogni caso rende la vita di ognuno dei due come un perenne esilio. Bellissima la descrizione della vita ai tropici, o del castello morto in cui tutto riprende vita solo per quel giorno, solo per quella visita. E' quella la famosa vendetta? Dimostrare che il tempo si è fermato a quel giorno, il giorno della fuga?
Alla fine il tradimento, se davvero c'è stato, diventa un aspetto marginale della storia in cui la donna se ha tradito, è stata in un certo senso più che altro tradita da entrambi, usata come elemento di collegamento tra i due poli opposti di un circuito elettrico. L'unica cosa che conta è, alla fine, l'esistenza di quell'amicizia, l'unica verità certa. Perché il generale non rimprovera all'amico il tradimento, l'insincerità ma il non aver continuato a mentire mentre l'artista ha lasciato la carriera militare, la sua patria e i due amici perché si è stancato di portare una maschera. Dunque le due posizioni si sono fatte nel tempo e sono ancora inconciliabili e i due sono destinati a non incontrarsi perché l'uno è venuto per dire finalmente la verità ma l'altro non la vuole ancora sentire (brucia il diario).Dunque tutto resta solo nebbia per il lettore e per i due protagonisti. Anche alla fine del libro.
Lo stile di Marai è superbo, solo lui riesce a condurre quei monologhi lunghissimi senza annoiare il lettore ma inchiodandolo al libro senza fiato. Da leggere!

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Marai (La donna giusta)
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Commenti

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Se parliamo di stile su questo romanzo siamo siamo d'accordo al 100% ;)))
Bella recensione.
Il tempo è implacabile e vince su tutto, anche sulla forza delle passioni, sui desideri di vendetta, sui dubbi, sui tormenti, sulla rabbia trattenuta, sulle parole a lungo meditate, provate e riprovate. Il tempo è nei dettagli, nel tranquillo svolgersi delle cose, nelle porcellane della tavola imandita, nello scopiettare del fuoco, nella forza sapiente e tranquilla di Nini, l'unico personaggio che non è piegato dalla sconfitta.
Bel commento e bella anche l'osservazione fatta da Pierpaolo.
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