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Mille splendidi soli
 
Mille splendidi soli 2013-01-13 14:01:51 AndCor
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AndCor Opinione inserita da AndCor    13 Gennaio, 2013
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420 pagine di cruda e dannata verità

Tante volte noi occidentali guardiamo con estrema diffidenza al Medio Oriente. Perché vediamo terre meravigliose e ricche di fascino, però abbiamo talmente tanti pregiudizi riguardo le loro legislazioni che spesso ci troviamo ad aver condannato ancor prima di aver riflettuto.

Focalizziamoci sulle donne;
Vivono segregate in casa e dipendono totalmente dalla volontà di mariti, padri e fratelli, che hanno avuto un'unica fortuna: quella di nascere uomini. In Arabia Saudita, le donne non possono nemmeno guidare l'auto e per sposarsi hanno bisogno della benedizione di un "superiore", anche se sarebbe meno eufemistico parlare di "carceriere". Prendiamo l'esempio dell'Egitto, dove le mutilazioni genitali sono all'ordine del giorno per la generazione di donne precedente a quella di Piazza Tahrir (quindi parliamo di mamme e nonne tra i 50 e i 60 anni), e dove le ragazze scese in Piazza per scacciare Mubarak sono poi state sottoposte all'umiliazione dei test per la verginità nelle carceri de Il Cairo.
Potremmo proseguire per lungo tempo, ma fermiamoci: vogliamo essere così presuntuosi da affermare che in Europa la situazione sia diversa? Mancano le violenze fisiche e gli sfregi con l'acido, ma sfido chiunque ad affermare che la parità dei sessi sia effettiva sotto ogni punto di vista.
Dagli stipendi, alle possibilità di carriera e alla reputazione di veri e propri soggetti (o oggetti?) giuridici, passando per la piaga della prostituzione, si può concludere che: "la legge è uguale per tutti", ma probabilmente in questi 'tutti' non sono comprese tutte le donne.

Questa lunghissima premessa per dire cosa? Che il libro è straordinario e fornisce un terribile spaccato della condizione femminile in Afghanistan, e, in generale, nella maggior parte del Medio Oriente.
Ma Hosseini non si ferma a una mera constatazione: perché lui ci racconta delle violenze esplicite verso le donne afghane, e, leggendo fra le righe, vuole farci prendere atto che prepotenze del genere avvengono ovunque in tutto il mondo. Forse in maniera meno frequente e più nascosta, ma si tratta pur sempre di classismo.

Per fortuna, non tutti gli uomini sono come Jalil e Rashid.
Per fortuna, ce ne sono molti come Babi. Alter ego di uno straordinario e superlativo Khaled Hosseini.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Il cacciatore di aquiloni", dello stesso autore
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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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In Medioriente la religione è legge, con tutte le conseguenze del caso: chi uccide una donna sconta metà della pena rispetto a chi uccide un uomo, le adultere possono essere lapidate ecc. ecc. Non è vero che in Occidente succede lo stesso. Anche se in maniera diversa a seconda delle latitudini, il concetto di civiltà qui da noi lo conosciamo bene e siamo avanti anni luce. Dai, non banalizziamo.
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AndCor
13 Gennaio, 2013
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Cara Cristina,

temo tu abbia frainteso la mia riflessione.
Sicuramente in Occidente le donne non sono lapidate, ma sarebbe folle poter affermare che qui da noi c'è una vera ed effettiva parità dei sessi.

Andiamo oltre le violenze esplicite ed eclatanti, e soffermiamoci anche sui fatti più 'nascosti'. Per me, 'segregazione' è anche soltanto il fatto che, a parità di tipologia di lavoro, gli uomini prendono di più. E poi, a parità di meriti, le donne hanno le stesse possibilità di carriera degli uomini?

La maggior parte delle società antiche erano fondate sul maschilismo. Oggi semplicimente è più 'mascherato', ma c'è ancora.
E andiamo cauti nel parlare del concetto di 'civiltà': primo, perchè è spesso travisato e interpretato in maniera soggettiva; secondo, perchè forse saremo più 'civili' dei Paesi in cui le donne possono essere impiccate anche solo per un semplice sospetto di adulterio senza prove, ma intanto nel nostro Continente non sono rari i casi di violenza sessuale dove gli stupratori si fanno solo due settimane di domiciliari.

L'apparato giuridico non funziona. L'effettiva uguaglianza tra i sessi è ancora una chimera utopica. Perciò, riflettiamo un attimino di più quando parliamo di 'più o meno civili'. Si rischia di predicare bene e razzolare male.
MagicalRobert
13 Gennaio, 2013
Ultimo aggiornamento:
13 Gennaio, 2013
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Be', puoi scrivere quello che vuoi, magari con passione e convinzione. Malgrado tutto, in Occidente non è assolutamente come in Medio Oriente la situazione delle donne. Sicuramente non felice, ma neanche minimamente paragonabile! Pregiudizi? Io le definirei delle realtà sotto gli occhi di tutti.
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Cristina72
14 Gennaio, 2013
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E' bello vedere tanta sensibilità verso certe problematiche sociali in un ragazzo così giovane, caro Piccolo Principe. Ma io cerco sempre di imparare da quelli che reputo migliori di me, e lo stesso credo debba fare la società. Guardiamo, per esempio, ad un Paese come la Svezia, molto più civile dell'Italia, e lasciamo perdere, lo ribadisco, i Paesi meno civili di noi.
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AndCor
18 Gennaio, 2013
Ultimo aggiornamento:
18 Gennaio, 2013
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Caro Robert,

qui l'unica realtà sotto gli occhi di tutti è che le donne possono essere liberamente violentate con la certezza quasi assoluta della 'non-condanna'.

Bando ai moralismi ed all'indignazione popolare quando lapidano una donna sulle basi di semplici dicerie.
Tanto facile guardare in casa altrui, tanto facile puntare il dito contro gli altri. E fare un pò di sana autocritica ed ammettere candidamente che non siamo un Paese civile forse è tanto, troppo difficile.

Saluti.
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AndCor
18 Gennaio, 2013
Ultimo aggiornamento:
18 Gennaio, 2013
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Sono assolutamente d'accordo con te, ma non dimentichiamoci che chi violenta una donna in Italia viene 'punito' con i domiciliari e/o con l'obbligo di firma.

Modello Svezia o meno, è relativo: qui urge un cambiamento radicale, e da subito.

Saluti.
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Cristina72
18 Gennaio, 2013
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Non dobbiamo nemmeno incorrere nell'errore opposto, e cioè sottovalutare quello che succede in certi paesi. Quelli che hai elencato nella tua recensione sono reati contro l'umanità, e come tali vanno trattati, cioè intervenendo su base internazionale senza aver paura di offendere "civiltà" diverse dalla nostra.
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