Dettagli Recensione
Troppo rancore
La storia, autobiografica se non nella trama almeno nellla sua essenza, indaga uno squallido quadretto familiare dove ognuno si preoccupa delle sue passioni e nessuno, a parte la splendida governante, si interessa della protagonista, una bambina di dieci anni. La bambina ha una forza invidiabile e una consapevolezza altrettanto invidiabile delle sue doti e delle mancanze altrui. Crescendo si rende conto però di non essere migliore degli altri, di essere soggetta alle stesse passioni e contraddizioni. E' attirata da una vita simile a quella che ha condotto la sua antagonista di sempre, sua madre. Ma per fortuna oltre alle passioni ha una spiccata intelligenza e capacità autocritica che manca totalmente a tutti gli altri personaggi. Pian piano la sua convinzione di essere migliore degli altri grazie al cielo vacilla. Vacilla la fiducia nella sua forza. Anche la libertà interiore, che ritiene di avere perchè priva di legami, richiederà per essere davvero conquistata uno sforzo ben al di là della vendetta. La conclusione è l'unica possibile.
Il fiele avvelena un po' (non troppo) la narrazione rendendo la madre in alcuni punti quasi caricaturale. In compenso la storia diventa una confidenza fatta al lettore, che perciò perdona la poca obiettività della narrazione e la semplificazione di molti personaggi, visti con gli occhi della bambina dimenticata da tutti e non della donna-scrittrice.