Dettagli Recensione
Un naufragio allegorico
Ho amato questo libro, letteralmente divorato. I miei occhi non si staccavano dalle pagine e mi dispiace averlo scoperto solo grazie alla pubblicità del film (che non ho ancora visto).
Inizia già con un atmosfera sopra le righe. I nostri polmoni da lettori si riempiono di India e l'odore pungente dello zoo. Il protagonista dall'originale nome di Piscine Molitor Patel, vive la sua confusione spirituale con semplicità, dedicandosi sia all'Induismo che al Cristianesimo e persino all'Islam, diventando un credente ineccepibile e mosso da grande fede in Dio. Pi, per la sua giovane età congiunge il tutto pacificamente.
«Gli Indù nella loro capacità di amare sono in effetti cristiani calvi, proprio come i musulmani, nella loro abilità di vedere Dio in ogni cosa, possono dirsi Indù barbuti e i cristiani, per la loro devozione a Dio, musulmani senza il turbante»
Ma la vera storia comincia con il naufragio della nave che deve portare Pi e la sua famiglia con alcuni animali in Canada.
Qui inizia l'avventura di Pi, il giovane ragazzo che si ritrova con un orango, una iena, una zebra e una tigre del Bengala. Deve sopravvivere e cercare di domare Richard Parker, la letale tigre che sopravvive insieme a lui.
La storia è tutta una continua allegoria, cominciando dalla tigre e finendo con l'isola di alghe carnivore. Richard Parker è paradossalmente il motivo per cui Pi sopravvive per mesi sulla sua barca di otto metri. Combatte, pur non avendo più niente da perdere.
«Combattiamo all'infinito. Combattiamo senza curarci di quanto ci costa, delle sconfitte che incassiamo. dell'improbabilità del successo. Combattiamo fino all'ultimo respiro. Non è una questione di coraggio. L'incapacità di arrendersi è un dato caratteriale. Forse semplicemente stupida fame di vita.»
E alla fine rimarrete sconvolti. Sceglierete voi in cosa credere, proprio come ha fatto Pi.
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