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Velatamente autobiografico?
Un uomo avvinto dall'ammirazione per un fratello maggiore con cui non è mai riuscito a stringere il forte legame che avrebbe sempre desiderato. Una goffa e impacciata indagine per far luce sulla vita di un artista che si trasforma in un viaggio nella vita di chi scrive, in ciò che è e in quello che invece vorrebbe essere. Protagonista e voce narrante è il giovane V. russo d'origine ma fuggito dal suo paese con la famiglia nel 1918 in seguito alla rivoluzione. Dopo la morte del fratellastro Sebastian Knight, famoso e controverso scrittore, decide di mettere su una biografia che ne valorizzi il lato umano ed artistico, da contrapporre a quella a suo dire menzognera e poco edificante pubblicata da mr. Goodman, ex segretario di Knight. La sua impresa si rivelerà più ardua del previsto. Costretto a partire quasi da zero a causa della scarsa conoscenza di quella che è stata l'esistenza di Sebastian con cui i rapporti erano legati a qualche lettera e a sporadici e fugaci incontri, il novello biografo dovrà cercare di districarsi tra compagni di studi, amici, amori, critici, portieri d'albergo, dimostrando scarse doti da investigatore e la quasi impossibilità di avere un ritratto chiaro di una personalità così introversa ed intricata. Il risultato più che una biografia è un resoconto dei suoi sforzi per scriverla, e della "vera vita" dello scrittore a parte un paio di amori e qualche accenno alla malattia che l'ha stroncato finisce per far conoscere ben poco. A risaltare sono invece l'affetto e la stima che V. prova per Sebastian che lo pervadono e lo guidano per tutto il libro, facendogli desiderare di essere come lui, portandolo infine a diventare egli stesso Sebastian Knight. Nabokov gioca con questo protagonista simpatico e pasticcione, divertendosi, divertendo il lettore e ironizzando sulle velleità artistiche di certi aspiranti scrittori. L'autore è bravissimo a creare tutta una bibliografia di Knight inventandosi di sana pianta titoli, trame, protagonisti e temi talmente gustosi e interessanti da portare il lettore a domandarsi come mai non abbia scritto per davvero questi libri. Ne offre addirittura alcuni spezzoni o delle semplici frasi che da un punto di vista stilistico risultano i passaggi migliori del romanzo. Tra tutti spicca nel capitolo 12 il brano dedicato alla fine di un amore, riflessione amara e profonda che è poi stata ripresa e trasformata in una bella canzone dai Marlene Kuntz (Uno, dall'album Uno del 2007). Humor, azione, sentimento e una scrittura magistrale sono alla base di questo consigliato romanzo che probabilmente, sotto sotto, nasconde qualcosa di autobiografico.
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