Dettagli Recensione
Le correzioni: l'affresco della modernità
Dare un’opinione almeno apparentemente esaustiva a proposito dei romanzi di Franzen, o anche solo di uno di essi, mi sembra un compito piuttosto arduo. Il primo aggettivo che mi viene in mente per definire “Le correzioni”, come poi anche i successivi e i precedenti libri scritti dall’autore, è anche quello che mi sembra più calzante. Ovvero, lo definirei un libro “denso”. Sia, di primo acchitto, dall’edizione fisica delle sue opere, sia dal lessico e dalla struttura scelti per scriverle. “Le correzioni” è il primo libro di Franzen che ho avuto il piacere di leggere e confesso di esserne rimasto perdutamente ammaliato. La prima caratteristica rilevante che salta alla mente del lettore che si approccia all’autore in questione è sicuramente, come già detto, la scelta del lessico, che denota un dizionario personale veramente di ampie proporzioni. A questa già apprezzabile caratteristica si aggiunge poi la capacità straordinaria di conciliare in ogni periodo, in ogni frase o affermazione, un linguaggio estremamente diretto, conciso, immediato, ma allo stesso tempo, miracolosamente forbito, ricco, che denota sullo sfondo una presenza intellettuale non indifferente. Un linguaggio che fa trasparire con chiarezza la sfavillante cultura di base dell’autore e che evidenzia con quanta dedizione esso si dedichi ad un importante lavoro di documentazione prima di trattare qualsiasi argomento. La scrittura di Franzen, non solo, quindi, si trova ad essere un connubio di semplicità e complessità verbale, ma mette in evidenza ulteriori virtuosismi narrativo-lessicali nella straordinaria musicalità che assume il testo. Non so con esattezza se ci sia uno studio preciso e premeditato dietro tale caratteristica, soprattutto alla luce del fatto che, in fin dei conti, si stia leggendo una traduzione. Non sono nemmeno al corrente se altri abbiano notato tale particolarità, o se l’abbiano notata addirittura nel testo in lingua originale. Il fatto però resta. Leggere un romanzo di Franzen comporta assolutamente una sorta di magnetismo intellettuale reso affine da un uso del linguaggio sopraffino.
Oltre alle digressioni più meramente tecniche, personalissime, è inevitabile accordare molti altri punti a favore dell’autore per la meravigliosa compiutezza delle trama, di questo ed altri romanzi. Franzen, scrittore newyorkese, fondamentalmente predilige vicende ambientate nel nordamerica, tra territori natii, ben conosciuti, senza troppe pretese di ambientazioni esotiche che rischiano, nella maggior parte dei casi, di rivelarsi delle pallide scenografie. Nel caso de “Le correzioni”, il filo della trama si svolge principalmente nei territori del Midwest, dove incontriamo una famiglia americana qualsiasi. Una specie si stereotipo, di modellino dai tratti deprimenti e satirici della tipica famiglia americana dove troviamo i genitori, Alfred ed Enid, anziani, che conducono una vita immersa nei ricordi, negli oggetti di un tempo, nella vuota banalità di giornate sempre uguali a se stesse. A volo di uccello vediamo le vite diametralmente opposte che conducono i tre figli della anziana coppia, Gary, Chip e Denise. Tutti cresciuti, che fanno i conti con le conseguenze delle proprie scelte, con le proprie famiglie, con il proprio lavoro insoddisfacente, con le proprie relazioni. È il desiderio impellente e irrinunciabile dell’anziana Enid di riunire per l’ultima volta la famiglia per Natale che segna l’apparente ricongiungimento di una famiglia frammentata da decenni, a causa della mediocrità e dell’ipocrita perbenismo che segnava lo standard di vita degli anni ’60.
Una trama ricca di spunti, di vita vissuta, di verità spicciole e quotidiane che porta a incoronare Franzen, almeno ai miei occhi, come uno dei più grandi narratori contemporanei della quotidianità, vissuta nei suoi oggetti più consumistici e inutili e nelle sue situazioni più vivide e reali. Vite raccontate con un realismo impressionante da ogni punto di vista, da ogni particolare, che ci fanno vivere i momeni salienti di questi cinque personaggi come se fossimo noi stessi a trovarci alle prese con responsabilità, gravosi impegni, speranze, perdite e perdoni. “Le correzioni” è in definitiva un modernissimo affresco che parla di noi, dell’esistenza della corrente generazione e dei frutti che raccoglie dopo aver seminato.
Un romanzo affascinante, con una morale che lascia un gusto un po’ amaro in bocca. Che è, però, ainoi, il gusto amaro della verità.
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Commenti
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grazie Francesco, la tua recensione è davvero esaustiva!
l'aspetto che più mi stuzzica è la particolarità stilistica e linguistica da te evidenziata....