Dettagli Recensione
Vita di Pi
Dire che è fantastico non rende giustizia. Non credo di sbagliare quando dico che è uno dei libri più belli che abbia mai letto, l’ho “divorato” in tre pomeriggi. Mi dispiace solo di esserne venuta a conoscenza grazie al film, che per fortuna vedrò dopo aver letto il romanzo.
La storia è meravigliosa, un miscuglio di etologia (comportamento animale) e teologia ben miscelato, dove l’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento su tutto e l’immaginazione aiuta, anzi è indispensabile per superare questa prova. La linea che separa fantasia e realtà è sottilissima; si inspessisce un po’ con l’apparizione dell’isola assassina e dei suricati.
E’ impressionante come l’uomo combi la sua natura “umana” e la sua mentalità pur di mantenersi in vita. Pi ci è riuscito: un indiano vegetariano con una fede immensa verso Dio che è riuscito a navigare per 7 mesi sull’oceano Pacifico in compagnia di una tigre. La presenza di Richard Parker (la tigre) sarà proprio la salvezza di Pi. Ma chi è Richard Parker? L’ultimo capitolo del libro è stato sconvolgente e fantastico allo stesso tempo: la mente è davvero una grande arma.
Finire il libro è stato un po’ come scendere dalla scialuppa insieme a Pi e aver concluso l’avventura come lui. Le descrizioni, i pensieri sono talmente ben scritti da rendere tutto “palpabile”, se così si può esprimere. Non un attimo di noia, né nell’incipit, né durante le riflessioni teologiche (che anzi fanno riflettere davvero molto, come tutto il romanzo d’altronde!), men che meno sulla barca in mezzo all’oceano e sul finale spettacolare.
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