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La vita raccontata come un sogno
Ornela Vorpsi è nata a Tirana, ma scrive in italiano. Lo trasforma in una lingua incantata e sognatrice, per raccontarci la vita e le sue connotazioni, di più: per condurci dentro alla pura essenza della vita. I personaggi che popolano questo breve romanzo sono vari e coinvolgenti; le loro storie, intrecciate come una fitta trama, sono l'anima di una comunità piena di amore, di dolore, di solitudine e di ricerca dell'altro. Ci sono i figli di Maria, pieni di forza e di gioventù; ci sono le ragazze, che si fermano nella striscia di terra davanti alla loro casa, in attesa; c'è Dolfi, il più bello di tutti, e c'è Manuela, innamorata senza speranza; Stefan, il suo mal amato; zia Lali ed Esmè, donne mature che cercano ancora. Spettatrice delle vicende è Tamar, protagonista e al tempo stesso non-attrice, "nata sotto il segno del tormento" e spinta a scoprire il fuorimondo, l'unica che si limita a vedere e a non intervenire perché quello è il compito della provvidenza. Che non è innamorata di Dolfi, ma gli sta sempre accanto perché le piace la sua bellezza. Che nessuno nota, perché è una ragazza trasparente. "Invisibile come il destino voleva che fossi, dovevo rimanere spettatrice (...) riempirmi del mondo. Nella tomba puoi portare solo quello che hai visto". A poco a poco, come in un sogno o una visione, il lettore viene condotto a scoprire la verità di fatti e persone attraverso piccoli indizi, che la protagonista fa riemergere a tratti dalla memoria. Un libro di forti sentimenti e di profondi misteri, dominato dalle morti di Rafi, il genio-bambino e Manuela; un libro che racconta la mancanza, la colpa, l'origine del dolore, la ricerca d'amore e di assoluto, il rapporto con la divinità e non marca mai nettamente il confine tra normalità e follia.