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La luce ha chiuso gli occhi sull'umanità....
Finito di leggere da qualche settimana.
Ho volutamente atteso del tempo prima di recensirlo, affinché affiorassero chiare e limpide le sensazioni trasmesse dal testo. Saramago (non a caso premio Nobel alla letteratura conferitogli nel 1998), carnefice dalle mani di seta, entra in modo devastante e chirurgico nell' io più profondo del lettore, mettendolo a confronto con una realtà che passo dopo passo, sembra non offrire vie di fuga se non il mero rassegnarsi ad un inevitabile deliquio. La trama di per se potrebbe, a prima vista, risultare non troppo accattivante o comunque "tralasciabile"(...un'epidemia di cecità improvvisamente colpisce l'intera popolazione, portandola giorno dopo giorno sull'orlo del baratro psico-sociale, con ripercussioni immaginabili, ma forse non fino in fondo, sui singoli individui dove l'autore, maggiormente, punta la penna...). La primissima parte del libro, momento questo in cui Vi consiglio caldamente di far scorta d'aria nei polmoni, introduce ed accompagna a quello che poi sarà un susseguirsi di eventi resi tremendamente reali dall'irrefutabile - maestoso - stile di Saramago. E su questo, davvero, c'è di che sturbarsi. Lo scrittore delizia - letteralmente - il lettore, con un lessico ed un'eleganza all'uopo utilizzati con rara destrezza, alternando in quest'ultimo stupore ed imbarazzo per cotanta maestria. E' un "qualcosa" che esige rispetto.
Personalmente ritengo che un libro abbia fatto centro, compiendo alla perfezione il suo mestiere, quando le emozioni scaturite possono misurarsi a pelle. Quando risultano concrete e visibili.
Beh, a me è capitato spesso di voler saltare dei passaggi per paura di saggiare quest'ultime.
E' una lettura a cui appartiene di diritto ' un prima e un dopo ', una spelonca nella quale ( forse ) non si cerca rifugio, ma se stessi.
E poi... e poi conoscerete il "cane delle lacrime", a cui spero, riuscirete a donarne qualcuna.
Io ho già dato.
"Non sono serviti a niente i buoni e leali servigi prestati dagli antenati di questo cane delle lacrime, quando lambivano le purulente piaghe di santi prima ancora che fossero approvati e dichiarati tali, una misericordia, dunque, fra le più disinteressate, perché, lo sappiamo bene, non certo tutti i mendicanti riescono ad ascendere alla santità,per quante piaghe possano avere sul corpo, e anche nell'anima, là dove la lingua dei cani non arriva.
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Commenti
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Sempre troppo poco, per un capolavoro del genere.
A presto.
A.
Cecità è IL LIBRO.
quanto è vero...
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