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Un Orlando alla Pennac con lo zampino di Calvino
Una storia piacevolissima che ricorda vagamente Orlando anche se un Orlando onirico. Due personaggi si alternano nella narrazione di cui uno è Cidrolin e l'altro il duca d'Auge che vive, ogni volta che compare nella storia, in un diverso periodo storico. A un certo punto del libro il duca d'Auge arriva nel tempo di Cidrolin e i due si incontrano. Il finale fa pensare che sia il duca ad aver sognato Cidrolin e non il contrario. E' una storia in cui l'autore gioca con i personaggi, in cui lo stile e la fantasia sono tutto e non c'è "contenuto". Ma in ogni caso è un bellissimo libro.
Non tutti i romanzi vanno giudicati allo stesso modo. Alcuni si rifanno alla categoria del bello e del piacevole altri se ne fregano del bello e puntano al vero (i grandi russi). Ogni libro ha i suoi parametri. Questo non pretende di parlare al cuore e nemmeno ci prova ma va diretto al cervello del lettore e il fatto di riuscirci perfettamente è un grande merito. Certo, se proprio vogliamo fare un appunto, ho trovato di cattivo gusto che l'autore parlasse nel suo tono leggero delle abitudini del duca orco. Si tratta di poche battute ma avrei preferito non ci fossero anche se è una caratteristica del libro che si alluda a delitti, omicidi ecc... con grande naturalezza e senza nessun giudizio morale, proprio come in sogno dove tutto può succedere. A parte l'orco il libro è bellissimo. Il finale ha il tocco del genio.