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Underworld
 
Underworld 2012-12-03 01:10:09 Giovannino
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Giovannino Opinione inserita da Giovannino    03 Dicembre, 2012
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L' America intorno ad una palla da baseball

Inizierò questa recensione con una premessa: se cercate un libro leggero, di facile lettura e da leggere senza troppo impegno, lasciate subito perdere. Questo romanzo è infatti tutt'altro che semplice. L'ho preso in libreria per due motivi: il primo è la curiosità verso De Lillo (è infatti il suo primo libro che leggo) ed il secondo motivo è la mia passione per il baseball, cosa che poi mi ha portato a leggerlo tutto, nonostante i momenti di calo che, seppur rari, ogni tanto troviamo in queste 880 pagine. Si, avete letto bene, 880 pagine. Un libro di un peso e di uno spessore notevole che unito allo stile complesso e ricercato dell'autore da come risultato un romanzo per nulla facile da leggere. Il libro inizia con la semifinale delle World Series di baseball tra i Giants ed i Dodgers, partita vinta dopo una grandissima rimonta da parte dei Giants e conclusa con quello che poi è stato definito "The shot heard 'round the world" e cioè il fuoricampo con il quale Bobby Thomson da la vittoria ai Giants. Ebbene, nella realtà, quella palla non è mai più stata trovata (essendo finita fuori dallo stadio) per la disperazione dei collezionisti, nel romanzo invece quella palla finisce sugli spalti e viene recuperata da un ragazzino di colore entrato allo stadio dopo aver scavalcato i cancelli. Dopodiché parte il romanzo, che seguendo i canoni del postmodernismo non anticipa mai le linee guide, bensì si limita a raccontare gli avvenimenti così come avvengono. E così i vari capitoli si avvicendano tra passato e presente seguendo i vari passaggi di mano di questa palla-cimelio. Non c'è un protagonista vero e proprio, anche se sicuramente Nick e Suor Edgar sono i caratteri di cui si parla di più nel libro, ma anche Brian, Marian, Grace, Lenny, Ismael e molti molti altri hanno il loro spazio. Tutti quanto entrano nel romanzo e ci lasciano qualcosa, per poi uscirne e lasciare il campo a lei, la vera protagonista del romanzo, l'America. L'America dal 1951 alla fine del secolo (campeggiano infatti sulla copertina del libro, uguale in ogni ristampa, le Twin Towers) con le sue paure, le sue contraddizioni, le sue certezze e i suoi costumi è l'unica "protagonista" che non abbandona mai la scena. Non è facile seguirlo tutto questo romanzo, un po' per la lunghezza, un po' per lo stile (che non aiuta) e un po' per i continui scambi tra presente e passato che spesso a distanza di poche pagine ci portano a leggere prima di un Nick adulto e poi di un Nick bambino, e così via. Tuttavia se avete la pazienza e la voglia di avventurarvi in una lettura simile potreste fare un viaggio attraverso l'America che non vi aspettate e scoprire poi che alla fine, nonostante le distanze spazio-temporali, non è poi così distante dal nostro paese. De Lillo va capito e seguito, non è per tutti, ma rimane comunque un grande della letteratura moderna.

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Commenti

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Bellissima recensione Giovannino.
Complimenti. Ciao Pia.
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Giovannino
04 Dicembre, 2012
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Grazie :)
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