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AMOROPOLI NIPPONICO
-Stupiscimi ancora Amèlie - confesso e’ il pensiero ricorrente che mi sfiora alla prima pagina di ogni suo libro; uno sgangherato sorriso trapezoidale cio’ in cui si trasformano le mie labbra all’ultima pagina.
L’iter e’ questo, dopo tanti libri e’ appurato : Nothomb, per un motivo o per l’altro mi deturpa amabilmente il volto.
Tokyo, gennaio 1989.
La terribile donna si propone ventenne in un racconto dove l’amore fa da filo conduttore.
Meno arcigna che altrove, ammettiamolo, puo’ una relazione sentimentale tra la giovane belga ed un coetaneo giapponese ricco, bello ed estremamente gentile essere omologata a tante altre?
Ovviamente no.
Tangibile e appassionante l’omaggio dell’autrice alla cultura nipponica, esso si manifesta arpeggiando intonatamente tra velate e spassose critiche a cibi improbabilmente commestibili, personaggi indefinibili e dichiarazioni d’amore alle bellezze del paesaggio. Decantando l’immenso monte Fuji, scalando un pendio innevato dove un bosco di bambu’ ruba l'attenzione con le cime imbiancate, quasi fossero chiome di giovani vestali. E poi l’inverno sull’isola di Sado, piante di cachi che stringono ai rami avidamente i polposi frutti arancione, come alberi di Natale illuminati dalla neve.
Favella raffinata, punzecchiante e scorrevole, questa e’ una confessione d’amore. Poetica, a modo suo. Con molto Amèlie e altrettanto Nothomb.
Buona lettura
Commenti
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Ciao, Pia
Recensione sempre da leggere tutta d'un fiato!
Effettivamente Rakovic, sto viaggiando abbastanza con 'sti libri. Africa, Giappone, ora sono in Francia.
Augurandomi di avere tra le mani un tanto agognato reale biglietto aereo al piu' presto !
:-))))))
è stupendo trovare un feeling speciale con un autore...
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Un bel modo di iniziare il sabato leggendo una tua recensione!