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Una bella huachaferia (e un grazie al traduttore)
Un bel libro, piacevolmente ingenuo (come contenuto, non come scrittura) e con una incantevole fiducia nell'amore e soprattutto nella vita vissuta per essere e non per avere. Una fiducia inossidabile nonostante qualche esitazione verso la fine. Un gran bel libro, di quelli che ci vogliono ogni tanto per una iniezione di ottimismo. Un antidoto contro il cinismo quotidiano anche se dopo tanti sacrifici il premio è anche in certa misura materiale: non tanto l'amore dell'amata ma un tocco di bacchetta magica e una certa tranquillità economica. (E il tocco di bacchetta mi pare la cosa che per l'autore conta di più, forse anche più dell'amore dell'amata). La conclusione la trovo un tantino più cinica del resto della storia. Ma appena, appena un po'.
Invece leggendo La zia Julia e lo scribacchino (altro traduttore, altro editore) subito dopo Le avventure di una ragazza cattiva mi sono reso conto della bravura del primo traduttore (Glauco Felici) per la scelta delle parole, per il ritmo della frase, per aver reso la brillantezza originale del testo. Certe cose si notano solo se... Proprio perchè ho letto l'altro libro subito dopo ho potuto verificare che la scelta di alcune parole non mi piaceva e che la musicalità era cambiata e anche il ritmo. Ho provato un certo fastidio poi subito scordato dietro alle vicende della nuova storia.
Speriamo che il bravo traduttore guadagni un po' più del protagonista della storia.
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