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LA STORIA DI SEMPRE
Nel libro di Jennifer Egan i personaggi sono tanti, legati da vincoli più o meno labili, tuttavia non sono loro la voce narrante: a farli scorrere davanti agli occhi del lettore come su un nastro trasportatore aventi e indietro è appunto il tempo “bastardo”. E’ lui che dall’alto della sua omniscienza di divinità irremovibile da tragedia greca li blandisce e poi li attende al varco per chiedere il conto: mentre li osserva liceali smarriti nelle droghe psichedeliche ed innamorati della persona sbagliati, persi nei giorni del “sai che m’importa”, insinua il controcanto di un domani “altro”, tragico o farsesco. Un produttore musicale, conquistatore di ragazzine raccattate con l’autostop, i figli di lui a un safari in Africa, una giovane donna cleptomane in fuga nei vicoli di Napoli, un bambino autistico e il suo diario di una serata in famiglia tutto in power point, uomini e donne di successo o falliti, per sempre prigionieri della stagione o del momento irripetibile nei quali la loro esistenza ha preso forma, i “punti fermi “di proustiana memoria, ciò di cui andiamo in cerca nel luoghi e nei volti altrui senza ritrovarli più. “Il tempo è un bastardo” ( Minimum fax 2011) inevitabilmente rifiuta l’etichetta di romanzo: è piuttosto un album di canzoni da ascoltare e riascoltare per afferrarne il senso o meglio il ritmo. Ma qual è il senso di un universo umano che nella sua logica spietatezza pare non averne alcuno? Le pagine della Egan hanno solo una risposta da dare a una domanda eterna ed è non diversa da quella trovata dai grandi classici del passato, da Seneca a Proust, se non nell’ibridismo di registri della postmedernità: la coscienza rievocativa, “il pellegrinaggio” dentro noi stessi, là dove gli eventi si sono cristallizzati. Nella pause di una canzone, suggerisce la scrittrice, tutto resta in sospeso ed è l’istante magico del ripensamento, del ricordo, quella di sempre, in cui ciascuno riemergendo canta, romanza, racconta in prosa arida da verbale, verseggia, filosofeggia, o disegna nelle forme fantastiche di una pagina di power point la propria storia.
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