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Lo stiletto di Follett
Ultimo romanzo di Follett che mi sono apprestato a leggere(più per carenza di disponibilità letterarie sostitutive pronte all’uso che curiosità mia personale), “La cruna dell’ago”si presenta al lettore come un’avvincente e sfrenata “spy-story”,ovviamente a sfondo storico. Usufruisco dell’avverbio “ovviamente” siccome Follett nella Storia ci sguazza nel vero senso della parola, dimostrando conoscenze e perizie cronologico – temporali notevoli. L’inserimento dei personaggi nelle oscure ed arzigogolate traversie della seconda Guerra Mondiale è pressoché perfetto: ad ogni azione collima raffinatamente una conseguenza ,ad ogni personaggio(protagonista o meno dell’opera) è collegata una personale ed assai complessa “carta d’identità”, che ci permette di riconoscerlo in ogni suo passo attraverso le linee del racconto, insomma ,alla base del manoscritto il lettore potrà facilmente evincere un rapporto sinallagmatico tra ogni cosa, soggetto ed avvenimento ,in modo tale che tutta l’opera sembri impostata sul terzo principio della termodinamica(azione e reazione).
Il ritmo della narrazione è incalzante e spinge anche il lettore più diffidente, a macinare pagine su pagine ,a travolgere capitoli su capitoli, facendo sì che il senso del tempo diventi solo un pallido,sfocato ed evanescente ricordo. Grazie a questa intemperante e sfrenata cadenza, a questa miscellanea di forme, colori ,suoni che vengono schizzati sul foglio dal pennello di un perspicace ma contemporaneamente folle artista , Follett, rende magistralmente il concetto di Guerra, che proprio nell’etimologia dell’alto tedesco antico (Werran) significa “mischia”.
Sicuramente il “Character” emblematico è Henry Faber(stando al suo truffaldino documento di riconoscimento),ovvero una spia tedesca al servizio di Hitler,soprannominato “Die Nadel”,l’ago,in virtù del mortifero stiletto con il quale uccide chiunque intralci i suoi piani e sfortunatamente “lo veda in faccia”.Veloce,bello,acuto e micidiale, questi sono i segni distintivi di Faber, il quale però ha sottovalutato(ingenuamente per uno del suo calibro)l’amore nei confronti di una donna,che lo porterà alla rovina. Tra battaglie, travestimenti,omicidi, occultamenti e sentimenti repressi e mal celati si apre il proscenio su uno degli aspetti meno celebri della Seconda Guerra Mondiale, lo spionaggio,che anche se contrassegnato da una scarsa “rinomanza”, ha emanato la sentenza del gigantesco conflitto mondiale.
Nonostante ciò ,il lavoro svolto non è strutturalmente e contenutisticamente paragonabile ai “Pilastri della Terra”(capolavoro di difficile possibilità di replica, che ci ha letteralmente acchiappati per la collottola e scaraventati nel medioevo più profondo ed intrigante ), tuttavia credo anche che il lettore,nel ghermire il libro dalla mensola polverosa in cui spero non si trovasse ad avvizzire, istintivamente non si aspettasse un’opera sesquipedale come i Pilastri, ma soltanto un libro che lo avvincesse,lo facesse leggermente sudare in presenza di situazioni di impasse imbarazzanti, lo coccolasse nelle uggiose giornate di pioggia(quando puntualmente il tempo si dilata a dismisura)e gli lasciasse una piccola sfumatura nell’animo,similarmente ad un colpo di un sottilissimo e tagliente stiletto.
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Io adoro Ken Follet, ogni suo libro mi spiazza per la semplicità con ciu riesce a trasportarmi nella storia..
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