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Lumbricus terrestris
Avrei una gran voglia di fare un super-spoiler di questo libro, perché è solo alla fine, nelle ultimissime pagine, che viene fuori il vero carattere del protagonista, Marcel.
Quest'uomo che per quasi per tutto il tempo è riuscito a suscitarmi perlopiù indifferenza e disinteresse personale - nonché una certa gran voglia di scansarlo, come quando ci si imbatte in un lombrico della terra dopo che ha piovuto. Ecco: non vorresti fargli male, pestarlo, poverino, ma d´altra parte ti suscita quel certo ribrezzo e non sai perché. In fondo non ti ha fatto niente, se ne sta lì, e non dà fastidio a nessuno. Eppure…
Grande Simenon che ha ritratto così originalmente le prime settimane dell'invasione nazista in Francia e ha girato e rigirato intorno alla figura di questo personaggio, ce lo ha descritto attraverso le sue non-emozioni nei confronti del mondo, della sua famiglia (moglie, più una figlia e 8/9), del lavoro e della sua vita “di prima”; e ce lo descrive abilmente anche tramite le emozioni, forti, che Marcel prova durante quelle settimane, emozioni che forse non si ripeteranno mai più.
Una specie di uomo in prestito, che incontra (finalmente!) la grande occasione della sua vita: una situazione drammatica per tutti gli altri, per i milioni di persone che perdono casa, famiglia, ogni certezza, la vita magari, e per l´Europa stessa che viene sconquassata dall´invasione nazista all'inizio della seconda guerra mondiale.
Saranno due i personaggi ad avere un approccio utilitaristico in tutto questo: lui e la donna della bettola (la quale troverà anche il tempo di fare shopping…).
Un momento di caos totale che invece per Marcel rappresenta il tanto agognato attimo da cogliere, che gli permette di sganciarsi temporaneamente dal mondo che si è costruito attorno con tanta fatica e cura in tanti anni, e dalle convenzioni sociali che, si sa, in simili circostanze crollano miseramente.
Fa bene, fa male? Non giudichiamo, giudicare è impossibile in certi frangenti: in fondo sono giorni in cui il futuro risulta un´incognita, nessuno sa se domani si sopravviverà o meno, se lo stesso mondo “normale” sopravviverà, se la propria famiglia esisterà ancora, dopo.
E lui, in quel momento, sceglie e viene scelto da una donna e vive con lei quei giorni di tempesta bellica, si bea di questa momentanea libertà, sensualità e felicità, si libera di tutto, diventa, forse, il vero se stesso. E´ chiaro fin dall'inizio a tutti, al lettore, a lui, come pure ad Anna, che la loro storia durerà il tempo di una falena, ma il bello è, forse, anche questo, per loro.
Dunque tutto “bene”. Ma…. sorpresa: il romanzo si chiude in maniera inaspettata e sorprendente, e quest'uomo dimostrerà finalmente a tutti quello che veramente è, senza nemmeno rendersene conto.
Un romanzo che scorre liscio e senza fronzoli, veloce come un treno, che non tralascia nulla, con un Simenon che dice quanto c'era da dire, sulla storia e sull'animo umano.
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Commenti
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Assolutamente d'accordo con te quando sottolinei la situazione in cui si svolgono i fatti. UN treno ed i bombardamenti, non sai se vivrai ancora un'ora o un giorno.
E' la chiave di lettura, se non si tiene ben presente questo sfondo, sara' solo odio verso Marcel.
- Almeno cosi' la pensavo io leggendolo -
Cosa e' 8/9 ?
E' il mio primo Simenon: ero abbastanza diffidente...
8/9: Il figlio che sta per nascergli: il grosso delle cose succedono a Marcel quando questi è all'ottavo mese di gestazione.
HAHAHAHAHHA, ero supertentata davvero a spoilerare e farmi odiare da tutti quanti.... Ma ho resistito stoicamente!
:))
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