Dettagli Recensione
Il signor Popinga
Popinga, Popinga, chi è veramente costui?
Ecco l'ennesimo uomo messo a nudo da Simenon.
Anche in questo romanzo è possibile ritrovare i cardini della filosofia del grande scrittore e la solita ricerca dell'essenza umana, quella più segreta, quella nascosta sotto le maschere del vivere sociale, quella celata sotto le vesti del conformismo, del perbenismo e della legalità.
Popinga è il classico esempio di uomo che “esplode”, che decide di abbandonare i ruoli di padre di famiglia e di lavoratore modello; egli è stanco di osservare la vita degli altri, di essere succube di situazioni pesanti e logoranti, è stanco di non essere stimato e condiderato come forse meriterebbe.
E' un uomo che spacca il guscio scomodo e mortificante in cui è costretto e si è costretto a vivere.
Popinga deraglia dai binari su cui viaggiava da tempo, per spaziare liberamente per la strade di Parigi ed entrare in contatto con un mondo di personaggi che in condizioni normali non avrebbe mai conosciuto; anche se in questa fase il racconto diventa abbastanza convulso e rocambolesco, tuttavia è direttamente funzionale alla costruzione dell'uomo raffigurato in questo romanzo.
Infatti, l'aspetto più interessante dell'evoluzione del personasggio sta nel confronto tra Popinga stesso e le altre persone.
Popinga, come altri personaggi di Simenon, ci costringe ad osservare il mondo che gli ruota attorno con i suoi occhi; di fronte ad un mondo che lo vede come folle e paranoico, egli tenta di gridare la propria normalità.
Il personaggio di Simenon ed il mondo esterno, viaggiano su strade parallele, utilizzando metri di valutazione in antitesi.
Popinga grida tutto il suo “non essere pazzo”, ma il suo essersi allontanato dalle convenzioni e dalle leggi; “gli altri”, famiglia compresa, non lo accettano, ma si affannano a cercare verità nascoste o patologie neurologiche, per giustificare le sue azioni.
E' sicuramente un romanzo intenso, anche se la penna dell'autore a tratti corre e ci costringe ad inseguirlo, perdendo qualche punto in chiarezza; tuttavia rimane indubbio il grande lavoro intorno al personaggio, un lavoro degno di un grande scultore nella capacità strepitosa di dare forma ad un uomo “qualunque” cogliendolo alle prese con la fuga dalla normalità, la fuga dal lecito e dalla retta via, scandagliandone l'animo e sottoponendolo al fuoco di critiche e di accuse lanciategli dalla società.
E' un racconto da gustare con tranquillità, con la consapevolezza che l'autore deve trasmetterci un messaggio, utilizzando una selva di situazioni, tragicomiche, caotiche, aberranti, reali e assurde al tempo stesso.
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Commenti
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oramai sono entrata nella filosofia del Simenon "non Maigret"....mi attrae molto !
Ma davvero ritieni si sia solo allontanato dalle convenzioni e non ci sia una marcata instabilita' mentale in quell'uomo ?
Bo, io piu' penso a quel libro piu' resto perplessa. E sì che di Simenon ne ho letti, so cosa aspettarmi !
Resta il non Maigret che meno mi e' piaciuto, comunque la tua recensione e' sempre approfonditissima, brava Silvia !
Il caro Simenon riesce a destabilizzarti a tal punto che è difficile raccogliere le idee e farsene di precise!!
anche se questo racconto in taluni punti perde di mordente, tuttavia io ci ritrovo tutta l'essenza della filosofia dell'autore.
ed ora quale altro mi consigli?
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