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Contrasto culturale e generazionale
Siamo agli albori del ventesimo secolo e un vento di cambiamento soffia su tutta l'umanità, raggiungendo anche luoghi finora incontaminati come la Cina. Qui la gente è ancora legata ad antichissime tradizioni che parlano di riti religiosi, di un profondo e devoto rispetto per i genitori, di matrimoni combinati alla nascita, di padroni e servi, di mogli vere e di concubine, di una netta separazione tra l'universo maschile dominante e quello femminile subordinato. Ma nell'aria c'è un forte profumo di innovazione e dai più giovani partirà un processo di modernizzazione che porterà ad un contrasto non solo culturale ma anche generazionale. Pearl Buck racconta l'occidentalizzazione della Cina attraverso tre episodi in cui appaiono chiari e lampanti sia i lati positivi del cambiamento in atto, sia quelli negativi che, in un vero e proprio crescendo, finiscono per ricadere su chi non ha ne la forza ne la cultura adeguata ad affrontarlo. Si parte con due fratelli che vivono la trasformazione culturale in maniere opposte, uno proponendola lui stesso, ribellandosi ad un matrimonio combinato e provocando una rottura con i genitori per amore di Maria, una donna americana. L'altra, sua sorella, quasi la subisce, essendo fermamente convinta della bontà e della giustizia del suo antico mondo e trovandosi spiazzata dai discorsi di rinnovamento e modernizzazione del marito "occidentalizzato". Fin qui l'autrice presenta il profilo positivo della rivoluzione culturale, l'emancipazione della donna, il superamento delle vecchie superstizioni, la giusta indipendenza dei figli nei confronti dei genitori riguardo la pianificazione della propria esistenza, il trionfo del vero amore su quello imposto. Ma nei due successivi episodi la Buck fa uscire fuori anche gli aspetti negativi. Troviamo quindi due donne, una moglie e un'anziana madre ripudiate, maltrattate, diventate oggetto di derisione e di ripugnanza per la loro ignoranza e la loro incapacità di adeguarsi ad un cambiamento troppo grande per le proprie forze. Un libro scritto con uno stile elegante e pacato, che affronta un tema interessante e descrive con un alone di magia un mondo ormai perduto proponendo una forte riflessione sui pregi e difetti del progresso. Un progresso che l’autrice paragona nel titolo al vento: un vento di ponente che soffia impetuoso e irrefrenabile sull'oriente, travolgendo superstizioni e pregiudizi ma anche tutto ciò che di buono c’era in quell’antico e romantico mondo, e che a contrastarlo trova un levante che soffia sempre più fiacco e incerto e finisce col diventare poco più di una leggera brezza, troppo debole per poter opporsi al potente avversario.
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