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siii forte e paziente...
...un giorno questo dolore ti sarà utile".
(Ovidio)
Mi è stato impossibile non provare un’immediata tenerezza per il protagonista del libro.
James ha diciotto anni, vive con la madre e la sorella, e lavoricchia in una galleria d’arte. Non ama molto la compagnia dei suoi coetanei, si sente diverso da loro, e si rifugia nei libri come in un mondo a parte, perfetto, “un mondo non ancora completamente sopraffatto dalla stupidità, dall'intolleranza e dall'odio”. La persona con cui è più in sintonia è Nanette, sua nonna, donna intelligente e saggia, l’unica dalla quale James si senta davvero amato e accettato per quello che è.
Il "dolore" cui si allude nel titolo è proprio questo sentirsi estraneo rispetto agli altri, alla stupidità universalmente accettata, al dover uniformarsi al gregge ; ma è anche, soprattutto, paura di entrare in contatto sincero e diretto con gli altri, paura delle proprie emozioni e della loro forza a volte dirompente.
Facile identificarsi in lui, così come sarebbe spontaneo catalogare come “età difficile” il periodo della vita in cui si affacciano spesso questi sentimenti,cioè lo sconforto, l’alienazione, l’estraneità di fronte a un mondo da cui non ci si sente protetti. Ma forse, rievocando la nostra adolescenza, un po’ di quella insicurezza, un po’ di quello spavento nel dover fare scelte decisive per il futuro sono stati vissuti anche da noi…chi più chi meno, e tutti con forme di difesa diverse; ma credo che l’inadeguatezza, nel passaggio all’età adulta, sia un sentimento assolutamente comune.
Mosso dalla confusione di idee e di sentimenti che gli frullano in testa, James , senza esserne pienamente cosciente, ferirà molto una persona cui tiene: questo sarà, per lui, un grosso dolore, ma, allo stesso tempo, sarà un punto di svolta per lui. E'un errore commesso con leggerezza, che però gli permetterà di riflettere su di sé, sulle proprie relazioni con gli altri, su cosa fare del proprio futuro.
“Hai agito. Stupidamente, ma hai agito, e questo è l'importante. E spesso le persone si comportano in modo stupido quando c'è di mezzo l'amore”.
Ci si affeziona immancabilmente a questo personaggio, timido e involontariamente comico, facendo il tifo per lui sino alla fine. La grazia, il garbo e l’ironia tipici di Cameron impreziosiscono la lettura, evitando derive stucchevoli o esageratamente intimiste. Considerazioni ironiche e a volte ferocemente sarcastiche sulla società in cui viviamo cesellano il racconto, strappando più di un sorriso.
Un libro che intenerisce, diverte e forse “castigat ridendo mores”.
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Commenti
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@Eva sai che non lo so? ma credo di sì....
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Lo sai che è un pezzo che lo voglio leggere? Il titolo mi è sempre parso malinconico ma affascinante.