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“Sono come te, ha detto. Mi ricordo tutto.”
Questo libro non può esistere davvero. Non è possibile. E che sono queste lacrime? E se non fosse perchè mi vergogno mi lascerei andare e piangerei ancora e ancora. Per l'emozione, perchè devo liberarmi.
Quel desiderio che senti dentro talmente forte che ti si stringe il cuore dalla sofferenza perchè spesso desiderio e sofferenza sono sinonimi. Quando non riesci a liberarlo e a liberartene ed allora diventa anche dolore fisico.
Mi scandalizza leggere e immaginare un uomo che desidera con tutto se stesso venire nella bocca dell’uomo che ama? Non più di quanto mi possa imbarazzare leggere di un uomo che desideri venire nella bocca di una donna. Questo libro rende normale leggere ciò che si desidera, perché l’amore è un istinto e l’unico desiderio è che sia ricambiato. Solo questo conta per chi ama. Io l’ho sempre pensato. Ora l’ho anche letto.
L’amore, in tutti i sensi, è su quella collina in cui andava con i libri, quel mondo che era il suo, in cui lui andava a rifugiarsi, che voleva mostrargli, ma voleva soprattutto chiedere al proprio mondo di farlo entrare, affinché il luogo in cui si rifugiava potesse conoscerlo, giudicarlo, verificare se c’era spazio anche per lui, accoglierlo, in modo da poter poi tornare lì a ricordare.
“Odiavo me stesso perché mi sentivo così sventurato, completamente invisibile, afflitto, immaturo. Dimmi qualcosa, toccami, non chiedo altro. Se mi guardi abbastanza a lungo, vedrai che ho le lacrime agli occhi. Bussa alla mia porta di notte e forse la troverai aperta per te. Entra. C’è sempre posto nel mio letto.”
“…capire cosa succede quando due esseri umani hanno bisogno non solo di stare insieme, ma di diventare così totalmente duttili che ognuno si trasforma nell’altro. Essere ciò che sono grazie a te. Essere ciò che era grazie a me. Essere nella sua bocca mentre lui era nella mia, e non sapere più se era il mio o il suo uccello che avevo in bocca. Lui era il passaggio segreto che mi conduceva a me stesso…”
“Se potessi, ti abbraccerei e ti bacerei.”
“Anch’io.”
“Capii che in quel preciso istante lo stava assaggiando. Qualcosa di mio era nella sua bocca, e adesso era più suo che mio. Non so cosa mi prese in quel momento, mentre continuavo a fissarlo, ma all’improvviso provai un feroce bisogno di piangere. ..Piangevo perché stava accadendo qualcosa, ma non avevo idea di cosa fosse.”
Devo essere sincera prima di tutto con me stessa. Dopo un bel po’ di pagine ho pensato che “Opus pistorum” non mi aveva fatto questo effetto, si lo confesso, ho pensato che sapevo che in Miller avrei letto pornografia, ma qui non mi aspettavo.., insomma non ho mai letto nulla così…spinto. Poi ho capito, ho capito.
E allora ho sollevato gli occhi dal libro e ho respirato e ho sorriso, ritrovandomi anche io in quella calura di quella indimenticabile notte romana in compagnia di sconosciuti artisti che in un istante non ci sono più, e ci siamo solo noi e quel momento fermo per sempre, perché quando penso a noi, siamo rimasti lì, su quell’antico marciapiede in ardesia, lì è rimasto il mio cuore che batte.
“Quel bacio è ancora impresso laggiù, grazie al cielo. E’ tutto ciò che ho di te”.
“Chi altro sarei mai riuscito a chiamare col mio nome?”
“Sei l’unica persona a cui vorrei dire addio quando morirò, perché solo allora questa cosa che chiamo vita avrà un senso. E se dovessi venire a sapere che sei morto, la mia vita così come la conosco e il me stesso che adesso stà parlando con te smetterebbero di esistere.”
“No, è una vita parallela.”
“Avevamo trovato le stelle, tu e io. E questo capita una sola volta nella vita.”
“Sono come te, ha detto. Mi ricordo tutto.”
“Mi sono fermato un secondo. Se ti ricordi tutto..una volta soltanto, girati verso di me e, come avevi già fatto allora, guardami negli occhi, trattieni il mio sguardo, e chiamami col tuo nome.”
“Cor cordium, cuore dei cuori. Non ho mai detto niente di più vero a nessuno in tutta la mia vita.”
C’è mai stato qualcun altro così capace di esprimere la totale unione di sentimenti, sentire, amare, soffrire? perché come dice Emily Bronte “lui è me più di me stessa.”
Forse è stato anche in questi momenti che tutto è stato chiaro, e mi sono salite le lacrime, perché ero lì con loro, li sentivo, li vedevo, li amavo a mia volta. E dopo tutto questo condividere, si insomma ho ceduto, con le lacrime, perché quel formicolio di tenera eccitazione che ti prende come quando sei molto felice all’improvviso e non te lo aspetti, proprio non potevo tenerlo. E gliel’ho reso, così come Elio e Oliver lo hanno reso a me.
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Leggerò sicuramente il libro, grazie di averlo condiviso :)
"Lui era il passaggio segreto che mi conduceva a me stesso" ...ma wow *__*