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Impegnativo
Forse per me risulta più facile, rispetto ad un credente, apprezzare questa umanissima figura di uomo in cui Saramago trasforma Gesù. Un uomo pieno di dubbi, incertezze, che ama non solo figurativamente una donna e soprattutto che ha paura di morire. Un uomo che non accetta per niente di buon grado la figura di agnello sacrificale cui lo ha destinato fin dalla nascita il Dio suo padre. Che dire poi delle descrizioni dei luoghi, paesi e del modo di vivere a quei tempi di quei popoli; della subordinazione delle donne nei confronti dell'uomo che ricorda molto quella che ancora devono subire ai giorni nostri le donne musulmane. Insomma davvero un gran bel libro anche se di non facile lettura che forse anche chi si reputa credente (più o meno debitamente) dovrebbe leggere.
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Ho trovato storicamente coerente la narrazione di Saramago, straordinariamente commovente l'infanzia e l'adolescenza di Gesù, pungente la critica ai dogmi e, soprattutto, ai misfatti della Chiesa. Sono rimasta un po' delusa dall'immagine di Maria, che ne esce estremamente ridimensionata rispetto all'immaginario cristiano, mentre Giuseppe è, in qualche misura, rivalutato (per lo meno il suo ruolo). Per quanto riguarda l'inventiva di Saramago, è straordinaria, dalla colpa di Giuseppe, alla figura del pastore, al confronto con Dio... da leggere, con animo sereno.