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Un libro che mantiene le promesse
Per una volta, un libro che non delude, ma supera le attese create dalla promozione pubblicitaria e dal retro di copertina.
La trama non è particolarmente complessa, e a ben guardare nulla di così originale. Il tema principale che fa da veicolo all’idea di base proposta dall’autrice, la maternità “defraudata”, è già stato ben sfruttato sia nel settore cinematografico oltre che letterario.
Ma qui, la capacità di tratteggiare i personaggi e renderli reali, di facile immedesimazione per il lettore, rende questo romanzo di grande impatto. È immediato l’immergersi nella storia e immaginarsi i protagonisti in tutte le loro sfumature umane, con le loro caratteristiche peculiari; pregi e difetti. È facile simpatizzare con loro e seguirne a passo a passo l’evolversi delle storie, il loro incrociarsi e scontarsi. E proprio per l’efficacia con cui sono presentati al lettore, con cui ce li fa amare, è ancor più difficile distinguere gli antagonisti dai protagonisti. Infatti, non ci sono buoni o cattivi, ma persone normali che compiono scelte in situazioni estreme. E ne vivono le conseguenze. Esseri umani in cui giusto e sbagliato oscillano in continuazione, rendendo difficile prendere la parte di uno piuttosto che dell’altro, pur quando gli effetti di tali scelte sono palesemente terribili e crudeli, ancor di più trattandosi di uno dei temi più delicati e di maggior impatto emotivo quale il rapporto madre-figlia.
Si è portati naturalmente a riflettere, a struggersi, a vivere l’emozione forte attraverso gli occhi dei protagonisti, la cui voce è tanto intensa che pare quasi narrata in prima persona, malgrado il punto di vista del narratore sia esterno. Ma difficilmente si condanna e biasima. In questo senso l’obiettivo primario della Stedman, da lei stessa esplicato nell’intervista riportata alla fine del libro: riflettere sulle diverse sfumature di bene e male, giusto e sbagliato nell’uomo, è perfettamente centrato. Grazie soprattutto all’ottimo uso sia dei punti di vista, che dei tempi narrativi. L’intercalare del presente che serve a rafforzare i tratti dei personaggi e dargli carattere, oltre che a coinvolgere maggiormente il lettore, è stato di sicuro un’ottima scelta.
Per il resto la storia scorre senza intoppi su di una solida struttura narrativa. Non sempre lineare, con rimandi al passato dei protagonisti, ne racconta la storia in modo coinvolgente e facile da seguire. Lo stile narrativo è scorrevole e sempre fluido. Immediato e ricco, ma non eccessivamente, d’immagini del mondo marittimo in perfetta coerenza con le ambientazioni, di cui dà un quadro non troppo descrittivo ma più che sufficiente a calarsi nell’atmosfera.
Tra i personaggi di maggior spicco risalta Tom, col suo pesante passato di eroe di guerra, uomo introverso ma di gran cuore, la cui perseveranza nel rimediare alle scelte compiute lo riscatta. E una nota va anche al sergente Knuckey e al capitano Ralph, che vanno di là dal puro giudizio, criticando i fatti e non l’uomo.
Nemmeno la conclusione del romanzo, affatto scontata, delude.
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