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Nell'antro della bestia
Volevo leggere qualcosa di diverso che rompesse gli schemi, quindi dopo un attenta riflessione sono andato in libreria; deciso a scegliere qualcosa che realmente servisse a tal scopo.
Ed eccomi qui con questo libro, lo apro, e dopo qualche pagina ecco che mi sento bussare sulla spalla, ed era Saramago che mi diceva : " se pazienti ancora un po' ti porto in un posto per mostrarti un cosa" .
E così spinto dalla curiosità ho deciso di seguirlo. Meglio sarebbe stato se non lo avessi fatto, perché in questo modo mi sarei risparmiato pagine e pagine di: crudeltà, ignoranza, sofferenza, agonia, e ansia .
Si perché Saramago mi porta negli angoli più bui della società umana, mi porta in un inferno fatto di violenza, emarginazione, crudeltà, mi guida in questo manicomio diroccato che via via si popola di persone affette da un morbo che rende tutti ciechi , il Mal bianco. E qui nel antro della bestia, le persone che non vedono, esprimo se stessi e la loro avida crudeltà in modo sopraffino.
E qui in questo manicomio fatiscente, il mio ospite narrante mi dice: "stai un po' a vedere cosa succede adesso". Ma io già provato dal luogo cominciavo a vacillare, la nausea e il ribrezzo per ciò a cui stavo assistendo diventava insopportabile, la curiosità di "vedere" se qualcosa di buono c'era in tutto questo è stata sufficiente a farmi procedere, a naso tappato, in questo luogo fetido dell'animo umano, dove qua è la, forse per compassione o forse per dover di cronaca, il mio Virgilio vedente talvolta mi mostrava barlumi di speranza, un amore fatto di comprensione, animi umani ancora disposti a lottare e persone disposte al sacrificio pur che il grottesco spettacolo ignobile finisca.
Più leggevo e più mi schifavo di cosa potrebbe diventare l'uomo, davanti ad una catastrofe delle proporzioni immani come quella narrata in questo testo. Il mio Caronte a questo punto vedendomi chiaramente sconvolto mi dice :" ora che hai visto l'anticamera dell'antro della bestia, andiamo a vedere come si sta in salotto" Ecco non lo avesse mai fatto (sadico impunito!). Una tragedia fatta di miseria, dove l'uomo si è spogliato di ogni dignità e dove il ridicolo si fonde al assurdo e il drammatico incontra la tragedia. Il mondo e ridotto a una cloaca a cielo aperto, dove ratti in stivali e doppio petto uniscono le loro forze e lottano tra loro per sopravvivere nelle rovine di una civiltà spogliata dei sui valori e delle sue dignità. Un miseria equa, dove non esistono ricchi,poveri, edotti e disgraziati, esistono solo esseri che tentano di sopravvivere.
"Adesso il giro è finito ma rammenta quello che hai visto!" mi ha lasciato così, ctatonico e stordito con il libro ancora aperto e una profonda amerezza ...
In conclusione posso dire che :
Cecità non è un testo semplice, ne per il modo in cui è scritto con la scelta stilistica di omettere le punteggiature, eccezion fatta per punti e virgole,ne tantomeno per i temi trattati e le considerazioni dell'autore. Un libro che non è assolutamente uno svago e che per leggerlo ritengo ci voglia la volontà di guardare e tanto tantissimo pelo sullo stomaco.
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Io invece ho provato una gran pena per la moglie del medico, unica spettatrice vedente dello sgretolarsi della società umana. Ma di un coraggio e una dignità ritengo inarrivabili :)
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Anche io ho amato questo libro, ho un meraviglioso ricordo della figura della donna.
DElla moglie del primo cieco, di quando si lavano sul balcone sotto la pioggia e tante altre...