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"Per te questo e altro."
Alcuni libri, si sa, sono come il vino... Vanno lasciati riposare, fermentare e stagionare per acquisire pienamente la loro forza e bellezza.
"Il cacciatore di aquiloni" per me è stato uno di questi.
Un libro che da subito è diventato un caso editoriale, vendendo milioni di copie in tutto il mondo, e da cui nel 2008 è stato tratto un film diretto da Marc Forster, anche questo con incassi riduttivamente stratosferici.
Argomenti caldi, trama avvincente senza leggerlo sapevo che avrebbe avuto tutte le carte in regola per piacermi.
Eppure l'ho lasciato lì.
Ho aspettato che il libro mi chiamasse, ho aspettato il "momento giusto".
"Una volta quando ero molto piccolo, mi sono arrampicato su un albero ed ho mangiato delle mele verdi, acerbe. La pancia mi si gonfiò e divenne dura come un tamburo. Mi faceva male. La mamma mi spiegò che se avessi aspettato che le mele fossero mature, non mi sarebbe successo niente. Così adesso quando desidero molto qualcosa, penso alle mele".
E quando l'ho letto è stato amore.
L'ho profondamente amato.
Ho amato l'ambientazione storica e spaziale, la storia dell'Afghanistan degli ultimi decenni, una storia a tinte fosche: terribile e tragica. Un puzzle d'orrori composto con le tessere di vite spezzate, di esistenze straziate ed umiliate, di infanzie rubate e di piccole e grandi ingiustizie.
Ho amato e seguito con passione le vicende dei protagonisti. La loro amicizia quasi fraterna.
Un rapporto che però, ben riflette tutte le fragilità del animo umano.
Un rapporto in cui l'imparare a "darsi" all'altro è il fulcro reale di un legame che attraversa 30 anni di storia e di sofferenze.
"Essere guardato e non soltanto visto, essere ascoltato e non soltanto udito."
E infine ho amato lo stile magico di Khaled Hosseini, in grado di stregare il lettore, di incollarlo alle pagine e di farlo entrare nella vicenda per vivere in prima persona i travagli interiori di Amir, sentendo fischiare i proiettili russi prima e talebani poi sopra alla propria testa, per ritrovarsi poi il viso rigato di lacrime al primo sorriso di Sohrab.
Io mentre ve lo consiglio ho ancora i brividi...
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Grazie e buona giornata!
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