Dettagli Recensione
In viaggio con Marcel
Come definire “Il treno”?
Sicuramente un racconto forte e controverso che si presta ad una ridda di interpretazioni.
La storia del signor Marcel Feron ti incolla alle pagine, ti scuote, ti destabilizza, ti costringe a pensare se tutto ciò che Simenon ti sta raccontando sia possibile.
Marcel, giocoforza si attira il ripudio del lettore in quanto la sua condotta non è esattamente un esempio di onestà e rispetto verso la propria famiglia; un uomo che nel giro di poche ore riesce a fare tabula rasa della propria vita, scrollandosi di dosso tutte le responsabilità e cancellando gli affetti che dovrebbe avere più cari.
Simenon con una naturalezza fuori dal comune propone al lettore una situazione al limite della realtà; ma è possibile che un profugo in tempo di guerra anziché salvare la pelle propria e dei familiari riesca a farsi sopraffare da cotanta passione travolgente e accecante?
Sta al lettore trovare una risposta e capire chi sia veramente quest'uomo: è un essere meschino e arido o si cela altro sotto le vesti di questo personaggio?
Marcel non puoi amarlo, ma puoi provare a comprenderlo; sta tutto qua lo sforzo che Simenon chiede al lettore. Uno sforzo complicato che richiede pazienza e nessuna fretta di giungere a conclusioni e giudizi, bensì un cammino lento insieme al personaggio per provare a coglierne l'essenza dalla sua lunga confessione.
Indovinata e vincente la scelta di fare parlare Marcel in prima persona; questo è un uomo che parola dopo parola si mette a nudo, schietto, verace, senza cercare giustificazioni del proprio agire.
Siamo al cospetto di un uomo consapevole delle proprie azioni e del giudizio maturato dalla gente nei suoi confronti; ebbene, Marcel non ci sta ad essere tacciato solo per scialbo, inetto e metodico, da tutti coloro che lo conoscono. Marcel almeno una volta nella vita vuole dimostrare di avere ardore, di essere capace di provare passione, di tenere le redini del gioco.
Non chiede altro: non chiede scusa, non chiede comprensione.
Marcel ha voluto rompere il guscio che lo avvolgeva da sempre.
E' una lettura dal ritmo incalzante, capace di provocare sensazioni contrastanti, dubbi, disorientamento, riprovazione, stupore, incredulità.
La penna di Simenon è paragonabile ad un pennello; vola leggera sulle pagine e dipinge una tela meravigliosa, cogliendo gli ambienti in modo mirabile nei loro colori e profumi, ritraendo l'uomo con tocchi incisivi tanto da materializzarlo. Una scrittura che fotografa, che immortala l'essenza di luoghi e persone regalando un affresco stupendo e vivido al pubblico.
Questo è l'uomo rappresentato da Simenon, un essere in cui convivono sentimenti opposti, un essere con più volti, un essere imprevedibile, un essere capace di fare un tuffo nell'immoralità senza provare rimorsi.
Senza dubbio un piccolo gioiello letterario.
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Commenti
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è un titolo molto controverso ma mi ha preso fin dalle prime righe!
Anche io ho un piacevole/doloroso ricordo di questo libro. Mi era piaciuto molto.
Che voglia di un Simenon, dovrei averne un paio a casa, quasi quasi...
colgo l'occasione per ringraziarti del suggerimento !!!!!!!
che altro titolo potrei provare di Simenon -non Maigret ?
Mi piace il tuo equilibrio nel giudizio....io non ci sono riuscita.Marcel mi ha provocato moltissima rabbia!
Io ho amato tutti i suoi che ho letto,dipende da che tema preferisci.
Io ho letto anche (non Maigret) TRE CAMERE A MANHATTAN , LA CAMERA AZZURRA, I COMPLICI.
Forse altro ma non ricordo nel marasma di letture che ho in testa, se Redazione mettesse un sistema di ricerca per autore nelle recensioni scritte riuscirei a guardarci :-)
Sono tutti molto particolari.
ti capisco, penso che anche la tua sia una reazione normalissima!!!!
questo è un testo che vuole provocare reazioni !!!
al prossimo Simenon allora.....
Sempre fantastica!!! anch'io "cercherei" un "non Maigret", vedremo!!!
BENTORNATA:))))
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