Dettagli Recensione
Essenziale come il fiore del deserto
Vanessa Diffenbaugh sa mescolare sapientemente esperienza personale e creazione letteraria, in questo romanzo che, unito dal filo conduttore di un codice comunicativo vittoriano ormai dimenticato, narra la crescita umana ed emotiva di una giovane adulta, un'orfana cresciuta attraverso i continui rimbalzi dei servizi sociali. La protagonista, che non a caso si chiama Victoria, si costruisce a strattoni una vita da adulta, convivendo con la propria emotività gaffiata e impaurita; il racconto si snoda alternando il presente di una vita ridotta all'essenziale - come la camera in cui Victoria dorme la notte, che non si cura mai di arredare, distendendosi a riposare sulla moquette - a un passato di ricordi su cui si proietta sin dalle prime pagine un'ombra oscura e misteriosa.
Sebbene i personaggi principali di questo romanzo siano tutti portatori di vicende tormentate, la storia narrata non perde il giusto velo di luminosità: la Diffenbaugh sta bene attenta a non cadere mai nel dolorismo esibito o nell'eccesso di melassa. La linea narrativa rimane semplice, pulita, e questo viene a tutto vantaggio del libro, che rimane fresco come una boccata d'aria e si fa leggere tutto d'un fiato, impedendo al lettore di rimandare al giorno dopo la lettura di altri capitoli.
Un romanzo gradevole, che lascia un'impronta positiva sul lettore.