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Una generazione di uomini cresciuti dalle donne
Premessa: ho visto prima il film e poi ho letto il libro.
Purtroppo è forte ed evidente come il film sia molto più bello del libro che non può con le sue 224 pagine spingersi oltre a quei confini illimitati di una visione con un'ottima scenografia e prestazione di Pitt e Norton.
Ritornando al libro
Palahniuk si affaccia al pubblico ed usa un tema forte degli anni 90' : il contrasto con la società e il forte senso di rabbia repressa derivante alla caduta del forte ottimismo dominante dalle rivolte sociali degli anni 80. Ora (ovvero negli anni 90) c'è l'uomo che apparentemente ha tutto ma che in realtà sente l'esigenza di qualcosa non visibile ai suoi occhi ma che necessita la sua anima: la sensazione di far parte di qualcosa e di liberarsi dal semplice numero di matricola che tutti considerano.. in poche parole cercar di spingersi oltre quei limiti in cui in passato è stato facile trovarsi un cartello su cui scritto: "Questo non si fa!" (Siamo una generazione di uomini cresciuti dalle donne)
C'è l'idea, c'è la rabbia, c'è la volontà manca la scintilla, quella scintilla che porta alla lotta sociale, lotta contro se stessi, conto i conflitti interiori, lotta contro l'altro sesso, lotta fisica, lotta esistenziale, lotta contro le multinazionali e il capitalismo, ... la lotta che si concretizza nel Fight Club che non è niente altro che il caos della mente e dell' esistenzialismo umano: costruire per poi distruggere.
E' facile far breccia sul pubblico con queste idee, quello che è difficile amalgamare il tutto e Palahniuk è riuscito nel suo intento.
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