Dettagli Recensione
Niente di che
Un libro scritto con la chiara aspirazione, tipica dei britannici, che qualcuno ci tiri fuori un film. La cosa è talmente spudorata (o ben riuscita) che dopo cinque pagine già ti raffiguri Jeff Bridges come Dio e De Vito come Satana.
Nella prima parte si ride abbastanza, se vi piace l'abuso delle parolacce anche quando non necessarie.
L'elemento dissacratorio c'è ma non è scritto con uno stile degno, troppo semplicistico e scolastico e alcuni scambi di battute sono organizzati in modo veramente sciocco ed elementare, quasi da cinepanettone.
Nella seconda parte, con l'ovvia traferta newyorchese (quale miglior location per un film?) e la straovvia partecipazione al talent di turno (argh!!!) parte il pistolotto critico nei confronti della società moderna, della cecità dell'individuo, la diffidenza, il nichilismo generalizzato e blablabla, limitando la cosa agli Stati Uniti e tenendosi ben alla larga dall'attaccare il mondo musulmano (nelle pagine precedenti) con la stessa cattiveria. E' un romanzo furbetto ma vigliacco e facile, che diverte a tratti ma le caratterizzazioni sono troppo semplicistiche, non basta mettere una canna in bocca a chiunque e far diventare un sublime rocker Gesù per dire di aver scritto la next big thing.
Sono un credente moderato e dei moralismi me ne sbatto altamente. Non trovo offensiva la presa in giro di santi e divinità, ma serve anche un certo stile e capacità letteraria nel farlo, troppo facile far dire cazzo, culo, stronzo, frocio e negro al primo angelo/diavolo che capita per risultare spiritosi. Irwine Welsh con il quale certi azzardano paragoni è ben altra roba.
Soldi decisamente buttati.
Indicazioni utili
Commenti
14 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
Invidia? Ma per favore...
L'unica cosa che non ho capito bene (forse perchè la mia mente è, come detto sopra, semplice) è se devo ritenerlo un pregio o un difetto...mah!?!
Parli di cattivo gusto? Mah... Questione di punti di vista immagino...
E invece prendersela con chi ha idee diverse dalle tue come si chiama?
Ho detto solo che certi commenti sembrano gratuiti. Mi pare diversa la cosa.
E comunque non mi riferivo certo a te, ma al recensore nel mio primo commento.
Il quale recensore definisce "una mente semplice e si diverte con poco" chi ha apprezzato il libro.
E questo non lascia spazio a dubbi, mi pare, su quanto volesse intendere...
Dire a qualcuno che "ha una mente semplice e si diverte con poco" con tono spocchioso può essere un insulto.
Dirlo in modo arrogante per evidenziare il fatto che si è più intelligenti, e in possesso di un miglior bagaglio culturale, è offensivo.
Dire a qualcuno che è invidioso, invece, non lo trovo così "insultante"!
14 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Non lo sono, invece, con il commento su chi ha letto e chi leggerà questo libro trovandolo divertente, ironico e originale.
Mai sentito il detto secondo cui non si dovrebbe discutere degli altrui gusti?
A volte penso che certi commenti siano frutto solo di invidia verso chi ha avuto una buona idea.