Dettagli Recensione
perdersi per ritrovarsi
Josefa e Violeta si conoscono sin da bambine; la loro è un’amicizia solida, indissolubile, una comunione fra due personalità distanti eppur complementari. Violeta, con il suo idealismo, la sua vulnerabilità, il suo sguardo a tratti ingenuo sul mondo ; Josefa, con il suo pragmatismo, il suo disincanto, la sua razionalità. In apparenza due mondi agli antipodi che, nella realtà, non sono poi così distanti.
“Sì , Violeta cantava alla vita. La cantò fino al punto di maledirla…con l’illusione intatta, che un giorno, il destino degli uomini sarebbe cambiato”
Nell’intreccio delle loro vite si consuma la tragedia, improvvisa e violenta, di Violeta: per un momento sembra la fine di tutto, un punto di non ritorno per la loro amicizia. Sarà invece l’inizio di un nuovo, lungo percorso, che porterà le due donne a rivedere le loro scelte;si fa strada in entrambe il desiderio di una nuova consapevolezza, di una vita più aderente al proprio mondo interiore. Dopo il dramma Josefa sente, improvviso, il bisogno di narrare la loro amicizia. Scavando a fondo nelle radici della storia dell’amica rievoca la sua esistenza e comprende meglio la propria.
“MY LIFE IS A PAGE RIPPED OUT OF A HOLY BOOK
AND PART OF THE FIRST LINE IS MISSING”
“La mia vita è una pagina strappata a un libro sacro / e parte della prima riga è andata perduta”
(Adrienne Rich)
La ricerca di questa prima riga, la ricerca di una risonanza della propria vicenda in quella delle proprie antenate guida Josefa in questo percorso di rinnovata consapevolezza. Poco importa se ognuna delle due protagoniste ha un vissuto profondamente diverso, i propri tempi, la propria personalità: lo sforzo di ricostruire tutto dopo un trauma, dopo che qualcosa si è spezzato in noi o nella nostra esistenza è sempre un percorso lento e doloroso. Non ci sono ricette preconfezionate, non ci sono facili suggerimenti: ognuna trova dentro sé, nella propria storia, la forza per affrontare il dolore, cercare di guarirlo e farne germogliare una nuova coscienza di sé.
Antigua rappresenta il luogo della rinascita: Antigua permetterà loro di ripartire da zero. “Sono arrivata ad Antigua con i pori della pelle sigillati. Solo ad Antigua sono riusciti ad aprirsi. Questa città sì che ha nella pelle la pelle dell’America”.
E’ un libro appassionante e appassionato, molto intimista; la Serrano sa indagare con delicatezza e maestria la complessa psicologia femminile ,soffermandosi sulle debolezze ma anche sulla immensa forza interiore delle donne, forza che, paradossalmente, risiede in buona parte nella loro sensibilità.
“Una donna è la storia delle sue azioni e dei suoi pensieri, di cellule e neuroni, di ferite e di entusiasmi, di amori e disamori. Una donna è inevitabilmente la storia del suo ventre, dei semi che vi si fecondarono , o che non furono fecondati, o che smisero di esserlo, e dal momento , irripetibile, in cui si trasforma in una dea. Una donna è la storia di piccolezze e banalità, incombenze quotidiane, è la somma del non detto. Una donna è sempre la storia di molti uomini. Una donna è la storia del suo Paese, della sua gente”
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Commenti
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@CUB : lo leggerò presto; questa scrittrice mi ha preso tantissimo, sembra parli proprio di ognuna di noi...
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Bella recensione, ricordati quel titolo !