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Il processo
 
Il processo 2012-08-13 17:19:43 Capriluc
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
3.0
Capriluc Opinione inserita da Capriluc    13 Agosto, 2012
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L'impossibilità di agire

Con Kafka ci avventuriamo nei meandri dell’alienazione mentale, remissiva al controllo di un vettore, istituzione, o più specificatamente della collettività; anch’essa alienata da altri connotati esterni.
Il Processo, libro postumo dello scrittore praghese, pubblicato nel 1925, si presenta come un’esemplificazione della solitudine sofferta dall’individuo nei confronti della burocrazia.Joseph K., alterego di Kafka e protagonista della vicenda, percorsa da dialoghi che sfociano in una narrazione da teatro dell’assurdo, è processato e poi condannato per una colpa non commessa, ignota al tribunale stesso.Egli stesso cercherà di far luce nei confronti dell’accusa, vagando da stanze chiuse a luoghi vorticosi, da aprassia ideativa a impossibilità della confutazione giudiziaria.
Lo stile del libro è volutamente straniante, reso mediante la ricerca di un linguaggio spersonalizzante.Ecco che allora i personaggi divengono totalmente scarnificati, incapaci di un’espansione affettiva, i quali possono essere riconducibili alla cinematografia di David Lynch.Un buco nero circondato da una parete di specchio, dentro il quale diventa difficile lasciare spazio all’emozione, cancellata da un supplizio che crea spazi claustrofobici, labirinti della mente e soprattutto un evidentissimo spaesamento del proprio diritto di difesa nei confronti della società accusatrice.

Einaudi ci propone l’edizione tradotta da Primo Levi, quando il libro sembra offrirsi come un’allegoria alle dolorose sevizie inflitte agli ebrei durante il secondo periodo bellico che trascinò il mondo nel novecento.



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Il Castello, America, Memorie dal Sottosuolo.
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Commenti

6 risultati - visualizzati 1 - 6
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"Aprassia ideativa" è tosto, ho dovuto cercare su Google per capire di cosa si tratta :-)
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17 Agosto, 2012
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Trovo molto azzardato il paragone con i personaggi di David Lynch , la profondità abissale dei personaggi di Kafka è imparagonabile. Più in generale è il cinema che non ha nulla a che fare con Kafka , una droga occidentale per le masse e per gli intellettuali stitici contro l'arte .
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Cristina72
17 Agosto, 2012
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Non tutto il cinema è spazzatura, così come non tutti i libri sono opere d'arte.
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Capriluc
17 Agosto, 2012
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Esiste una sola ARTE. Nelle specificità cambia soltanto la modulazione del linguaggio.
Prova con "Inland Empire", poi ne discutiamo.
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17 Agosto, 2012
Ultimo aggiornamento:
17 Agosto, 2012
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Il cinema presuppone uno spettatore, si mostra, comunica. L'arte non è comunicazione, ma prodotto inutile dell'insoddisfazione. Si anche a me piace Truffaut , anche se preferisco Vertov , anche a me piace il cinema ma lo considero intrattenimento e non arte. Ecco, per descriverlo a pieno prenderei ad esempio la tua ultima frase ( Prova con "Inland Empire", poi ne discutiamo ) figlia di un istrionismo da salotto e di un pessimo gusto cinematografico.
In risposta ad un precedente commento
Capriluc
17 Agosto, 2012
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La mia proposta era soltanto un invito alla discussione. Rispetto la tua tendenza, nessuna polemica.
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