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CONTIENE SPOILER
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La prima cosa che ho pensato leggendo l'ultima frase del romanzo è stata: "Ok, dov'è il capitolo finale, quello in cui tutte le tessere del mosaico vanno a posto e diventa chiaro il programma intero dell'autore?".
Risposta: il capitolo finale non c'è.
Partiamo dal presupposto che la versione italiana di qualcosa (qualsiasi cosa) è sempre fuorviante.
La Biblioteca dei Libri Proibiti, ad esempio, è un titolo fuorviante (l'originale è Florence and Giles, i nomi dei due protagonisti, sorella e fratello): la biblioteca è un posto proibito, è vero. Ma da metà libro in poi sarà solo un ambiente di contorno, non c'è NULLA in biblioteca che possa dare la chiave del mistero. Tutto invece ruota attorno al rapporto morboso tra Florence e Giles.
Poi in realtà, le maggiori debolezze sono proprie dell'impianto narrativo originale.
Un romanzo scritto bene, intriso di humor inglese, un romanzo gotico, inquietante, che riprende pari pari "Il giro di vite" di Herny James ma con un'impronta decisamente più concreta: alla fine non si hanno dubbi su chi sia l'assassina.
I dubbi nascono semplicemente dal fatto che John Harding non risponde ai molti quesiti posti durante la storia. O meglio, risponde, ma in maniera frettolosa, lasciando che il lettore ci arrivi per deduzione.
Il fatto è che il lettore alla fine, pur essendo arrivato alla conclusione, resta INSODDISFATTO.
La prima istitutrice muore in circostanze misteriose. Ha una somiglianza inquietante con la seconda, ma non ci viene detto nient'altro.
La seconda istitutrice è probabilmente la mamma di Giles, ma questo lo deduciamo noi, alla fine.
Lo zio che non vediamo mai cosa c'entra in tutto questo? Che ruolo ha avuto? Che ruolo avrà?
Insomma, troppe domande, poche risposte.
Quello che poteva essere un bel libro rovinato da un finale sciatto e affrettato e da un impianto narrativo che fa acqua da tutte le parti.