Dettagli Recensione
Un gran Palahniuck
"Se stai per metterti a leggere, evita.
Tra un paio di pagine vorrai essere da un'altra parte. Perciò lascia perdere. Vattene. Sparisci, finchè sei ancora intero.
Salvati."
Come puó non attrarti un libro che inizia così. Ok, premetto, sono di parte, Fight Club è uno dei miei film preferiti e uno dei miei libri preferiti, ma Palahniuck è un genio. Ho preso questo libro per caso, perchè lo ho trovato vicino alla cassa, e una volta iniziato lo ho finito in due giorni ( 278 pagg.). Il libro racconta della storia di uno studente di medicina, Victor Mancini, che per pagare le cure della madre, ex tossicodipendente, si inventa un modo tutto suo per fare soldi senza lavorare: fingere di soffocare. Ebbene si, il protagonista va a cena in un ristorante, e tramite una tecnica ormai collaudata, a metà cena si butta per terra con le mani al collo fingendo di soffocare e aspetta che qualche facoltoso signore corra in suo aiuto per salvarlo. Una volta aiutato il nostro Victor, il salvatore, si ritiene così contento del suo gesto, così soddisfatto per aver dato un senso alla sua vita, che rimane riconoscente a Victor per sempre, e periodicamente invia a quest'ultimo dei soldi, proprio come farebbe un padre con il proprio figlio. E la cosa più bella è che ha fatto così tante volte questa farsa che ormai quasi quotidianamente riceve del denaro. A questa storia si aggiunge anche la sessodipendenza di Victor. Questo libro infatti dovrebbe essere la sua fase quattro di dodici e cioè quella in cui il malato di sesso scrive tutto quello che ha fatto su un diario per favorire così la sua guarigione. Ed infine la costante corsa contro il tempo per salvare sua madre, ormai ricoverata in una clinica ed in fin di vita, che non lo riconosce più e puntualmente lo scambia per il suo avvocato. Un viaggio attraverso le dipendenze, ogni genere di dipendenza (addirittura c'è chi raccoglie sassi di ogni tipo e dimensione), un viaggio in cui nessuno fa nulla per uscirne da queste dipendenze, ma al contrario fanno di tutti per viverci insieme. Anche lo stile di Palahniuck non è semplice, frequenti i flashback e l'intreccio delle varie storie. Si passa da un capitolo che parla della sessodipendenza ad un altro che parla della sua infanzia, spesso ció accade anche nell'arco di poche righe. Inoltre, tipico del suo modo di scrivere, sono anche i dettagli tecnici legati all'argomento trattato, spesso si parla di dettagli scientifici riferiti a malattie e sindromi varie (Victor è uno studente di medicina) così come in Fight Club si parlava tecnicamente ed in maniera accurata di come comporre esplosivi o altro. Non manca poi, classico di Palahniuck, la critica alla civiltà contemporanea. Splendido il finale a sorpresa che ti lascia letteralmente a bocca aperta. Un libro avvolgente, affascinante, a tratti visionario, ma che non puó lasciare indifferenti. Palahniuck o lo ami o lo odi, e secondo me, nel suo genere, è uno dei migliori scrittori contemporanei. Da leggere assolutamente.
"Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro.
Oppure possiamo scegliere da noi.
E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito."
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Ma è anche vero che non a tutti lo stile Palahniuck piace...