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Il linguaggio segreto dei fiori
 
Il linguaggio segreto dei fiori 2012-08-06 17:09:32 Chiara
Voto medio 
 
4.5
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Opinione inserita da Chiara    06 Agosto, 2012

Libro dolce, piacevole e ricco di suggestioni

Personalmente ho trovato molto originale il fatto che la protagonista comunicasse attraverso un linguaggio così poco conosciuto ai giorni nostri: quello dei fiori. Da non appassionata in materia, devo dire che mi ha fatto piacere conoscere il loro significato, le tecniche e la cura con cui vengono coltivati. Devo ammettere che all'inizio ho fatto fatica a simpatizzare con il personaggio di Victoria, ma poi mi ci sono affezionata perché in lei ho visto la volontà di cambiare la sua situazione, a partire dal lavoro che si è praticamente "inventata", diventando imprenditrice non solo dell'attività che ha scelto di svolgere, ma anche di sè stessa: ha avuto il coraggio e la forza di trasformarsi e di aprirsi agli altri proprio come un fiore in primavera. L'altro personaggio che mi è piaciuto fin da subito è stato Grant: la sua dolcezza, le attenzioni e l'amorevole dedizione con cui si dedicava a Victoria l'hanno fatta sbocciare piano piano, proprio come un contadino che investe anima e corpo nella coltivazione della sua terra. In fondo credo che tutta la storia sia una grande metafora per esprimere una cosa sola: crescere si può e cambiare anche; si può aspirare ad una vita migliore pur senza avere solide radici, anzi forse queste a volte sono un ostacolo alla piena espressione di sè stessi. Bisogna avere il coraggio di reinventarsi, di mettere in discussione tutto quello che si è avuto finora o quello che è mancato nella nostra vita. Un messaggio positivo, pieno di speranza e di ottimismo per tutti.
Inoltre, nonostante la tematica dell'abbandono e dell'infanzia difficile sia piuttosto ricorrente in letteratura, in questo libro si affronta il problema degli innumerevoli ragazzi che al compimento dei 18 anni escono dalle case d'accoglienza e improvvisamente si trovano a dover sopravvivere in un mondo più grande di loro. I dati che ha riportato l'autrice sono sconcertanti: a 24 anni il 31% di loro è stato in carcere, il 25% ha vissuto come senzatetto, meno della metà ha un lavoro e solo il 3% ha una laurea. Ok, si sta parlando dell'Inghilterra, però credo che la realtà italiana non sia poi tanto diversa. Ogni tanto fa bene aprire gli occhi su queste tematiche.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
"Il suono di mille silenzi" (Emma La Spina): anche in questo libro si affronta la tematica dell'infanzia difficile senza l'affetto dei genitori e si riflette sui problemi degli orfanotrofi.
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90
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Commenti

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Bella analisi.
:-D
In risposta ad un precedente commento

08 Agosto, 2012
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Ti ringrazio :-)
Tra l'altro navigando in internet ho visto che l'autrice del libro che avevo menzionato ha scritto anche il seguito che si basa proprio sulle difficoltà che ha incontrato quando a 18 anni è uscita dall'istituto. Se a qualcuno interessa il titolo è "Mille volte niente".
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