Dettagli Recensione
Amélie
Amélie, sei il mio alter ego o il mio opposto, sei come me o mi completi?
Io e te Amélie siamo fatti della stessa sostanza. Siamo identici nel pensiero. Il tuo è più maturo, ma in realtà seguiamo la stessa logica implacabile.
Io e te Amélie non abbiamo paura della disillusione, dell'incertezza.
Io e te amiamo il dubbio. E non abbiamo paura di conoscerlo.
Non è un personaggio normale, Amèlie. Non so se l'avete mai vista. Spero di sì, perché se vi capiterà di incontrare una persona, per strada, con le sue fattezze, le dovrete correre incontro. Non potrete farne a meno.
Cos'è Acido Solforico, questo libro destabilizzante, questo libro duro e frustrante. Che cos'è questa storia, crudele, schietta, laconica? E' il dubbio. E' la domanda che Amèlie ti suggerisce.
Perché tu Amèlie vuoi esattamente questo: istillare l'incertezza verso il reale. Vuoi dar forma a quella domanda, necessaria e tremenda, capace di ferirti, scottarti, buttarti a terra: "perché?".
Educare, tu vuoi questo Amèlie, insegnarci a dubitare, a non accettare l'omologazione. A reagire, non lasciando che la dignità si annichilisca, che la diversità si trasformi, con inarrestabile incedere, in monotonia.
Cos'è Acido Solforico? Un dubbio, abbiamo detto. Una critica, un pugno aggiungo.
Perché quando dubiti, ti interroghi e quando ti interroghi critichi questa società famelica di violenza, ipocrita, soggiogata dalla televisione, inerme contro i drammi. Dimentica purtroppo di una storia macchiata, offuscata dall'audience.
Amèlie colpisce, con logica spietata e implacabile. Punta al cervello, non al cuore.
Perché Concentramento, il reality show protagonista di questo libro, è non solo un incubo, ma l'estremizzazione di qualcosa che abbiamo di fronte agli occhi. E fa male, perché ne siamo coscienti e perché non ci siamo interrogati abbastanza per impedire che l'Olocausto divenisse uno spettacolo, per impedire che la memoria di uomini, donne, bambini morti fosse offesa.
Amèlie mi ha colpito. Ho barcollato, ma non sono caduto. Perché io non ho paura di quello che ha scritto, lo sospettavo, già in me stesso. Amèlie mi ha scagliato contro una lama affilata e io mi sono protetto con un'altra lama. Perché tutti temiamo il dolore, tutti preferiremmo non soffrire. Tutti vorremmo avere delle certezze, ma bisogna imparare a mettere tutto in discussione.
MI hai lasciato frustrato, Amèlie, con il desiderio di qualche pagine in più. Sono rimasto affamato dei personaggi, che la tua abile mano non ha scolpito interamente. Perché forse anche tu sapevi soltanto questo sui tuoi personaggi, sul coraggio sfrontato (un po' irritante, per me) di Pannonique, sull'insicurezza di Zdena, sull'amore di Epj. Ora i tuoi personaggi vivono di vita propria e il loro destino non è più nelle tue mani, nei nostri occhi. Occhi di spettori che hanno ucciso. O meglio, occhi che hanno visto perché ispirati dall'odio, dalla violenza. Occhi salvati dall'umanità dei kapò e dei prigionieri, e non purtroppo dal dubbio. Soltanto le persone insicure, come te e me, Amélie, riescono a farlo.
Soltanto chi non ha paura di cadere può essere incerto di ciò che i sensi suggeriscono. Acido Solforico colpisce le certezze, e quelli che le hanno. per gli altri, coloro che già dubitano, sarà un film già sospettato, ma un film che lascia senza parole. Ogni volta, per sempre.
Un ultimo avviso per i/le fan della Nothomb: la scrittrice ha pubblicato 20 romanzi in venti anni, ma in realtà, parola sua, ne ha scritti settantacinque, che ne dite???
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Commenti
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Katia, non se se tu abbia fatto male, è una di quelle autrici che non puoi mai sapere se piacerà o meno, forse l'avresti dovuto prendere per vedere se sei pro o contro Nothomb ;-)
Bravo!!!!!!!!! :-D
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Vedo che la notte e' stata foriera di buoni suggerimenti ;-)