Dettagli Recensione
Il gran finale
Finalmente, dopo diverse ricerche, riesco trovare "l'ultimo dei Bandini", Sogni di Bunker Hill, proprio quello che mi mancava per terminare la tetralogia. Sogni di Bunker Hill è l'ultimo della serie in ordine cronologico, nonchè anche il più breve di tutti e quattro i libro, solo 154 pagine. Per quello che ho letto nei precedenti libri devo dire che questo libro è la giusta conclusione alla tetralogia, non poteva che finire così. Mi ha entusiasmato dalla prima volta che l'ho incontrato il personaggio Bandini. Spavaldo, presuntuoso e arrogante con se stesso, un perdente agli occhi della società. Attacca per non essere attaccato Bandini, ma in realtà è cosciente della sua condizione. Ed anche in questo libro Fante continua a raccontarci questo Bandini, estremizzandolo ancora di più. Vuole fate lo scrittore Arturo perchè sa di essere il più grande scrittore del suo tempo, in realtà è relegato in un piccolo ufficio a correggere testi scritto da altri, e quando prova ad alzare la testa, a modificarlo quel testo altrui, fa successo. Ma prima di diventare famoso decide di non pubblicate il suo nome insieme a quello dell'autrice perchè quel testo, successivamente rimodificato, non gli appartiene più. Logicamente quella scenografia fa successo, ma Bandini è già uscito di scena. Ha pochi amici Arturo, uno di questi è il Duca di Sardegna, lottatore odiato da tutti, proprio come Arturo. Purtroppo la loro amicizia finirà male a causa di una donna. Ed infine, proprio loro, le donne, più presenti del solito in questo libro che Fante, già malato e su un letto d'ospedale ha fatto scrivere alla moglie sotto dettatura. Sono sempre stato il punto debole di Bandini le donne (Chiedi alla Polvere docet), e qui questo punto debole si sostanzia. Bandini corteggia ballerine di night club, scrittrici, ricche signore, ma alla fine finisce a letto con la signora Brownell, la vecchia proprietaria della sua casa in affitto. Inizialmente se ne vergogna Bandini, poi finisce per innamorarsene. La fine non ve la dico, ma merita. Lo stile è quello del solito Fante, diretto, passionale, a volte aggressivo ma sempre spontaneo. Un fiume in piena. Bel libro, degna conclusione della fantastica tetralogia. Eterno Fante.