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La bambina che salvava i libri
Una bambina tedesca, una ladra di libri, i duri anni della seconda guerra mondiale in Germania. Ecco come può riassumersi questo libro. Ma c'è molto di più... e nonostante la storia sia semplice e scorrevole, con uno stile di scrittura quasi allegro rispetto ai temi trattati, riesce ad emozionare. Originalissima la voce narrante: la morte! La morte impersonata come se fosse una donna che svolge il proprio lavoro di raccoglitrice di anime e intanto racconta questa storia, perché le è rimasta impressa nella mente e nel cuore (sì, la morte ha un cuore!). La storia di Liesel, la bambina tedesca che ruba i libri, è una storia che ti entra dentro piano piano, quasi con indifferenza all'inzio, ma poi con violenza rivendica l'attenzione del lettore, fino ad un finale in cui è impossibile frenare le lacrime. Sono ben 563 pagine, ma scorrono via come l'acqua di un fiume. I capitoli sono brevi e a volte inframezzati dagli interventi della voce narrante che aggiunge dei dettagli simpatici per stemperare un po' il clima, che altrimenti sarebbe drammatico, ma che con maestria riesce a non esserlo, o almeno non fino al finale...!
Ho apprezzato poi il fatto che durante i dialoghi a volte venga intervallata qualche piccola frase o parola in tedesco, così che si riesca davvero ad immaginarsi di essere lì, nella Germania nazista; altrimenti la vicenda si sarebbe potuta svolgere ovunque, ma quei dettagli non lasciano dubbi.
In definitiva devo dire che è piaciuto molto, anche se ammetto che iniziata la lettura avevo qualche remora, ma come ho già spiegato questa storia non ti entra nel cuore subito, ma lo fa con circospezione e quando meno te l'aspetti ti accorgi di non poter fare a meno di lei.
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