Dettagli Recensione
Dietro a una vita insignificante un caleidoscopio
...senza fine....
Stoner è stato scritto nel 1965, ha 47 anni ed è come non sentirli addosso. Stoner è un uomo semplice, Edith è una donna antipatica, Grace una ragazza sfortunata, Wilker è uno studente supponente, Gordon è un amico discreto, Lomax è un superiore prepotente, Katherine è intelligente e passionale. Sembrerebbero queste le qualità di ognuno di loro eppure mi viene da pensare che è solo apparenza, ognuno di loro hanno qualcosa che va al di là di quello che sembra e si vede dalle scelte che ognuno di loro intraprendono. Stoner è un uomo che accarezza tutto quello che fa, appena vorrebbe viverle appieno si tira indietro senza indugi, consapevole della rinucia e delle conseguenze, un pò come tutti noi, a chi non è capitato di sentirsi un pò "Stoner" nella vita? Tutti facciamo una vita di sacrifici e di conseguenza delle scelte e questo non comporta nessuna sorpresa, fa parte di un processo. La vita scorre e ci rendiamo conto solo dopo, che il tempo passa e non si può tornare indietro. Stoner è la storia piatta senza slancio di un uomo "insignificante" che grazie alla penna dell'autore diventa un fiume in piena, una perfetta introspezione dove i pensieri e le emozioni prendono vita e fluttuano, almeno è quello che è successo nella mia mente, al ritmo lineare dove ogni tassello completa un puzzle quasi perfetto e ne viene fuori che anche un semplice e modesto professore universitario poco avvezzo alla vita sociale è come un caledoscopio, ovunque si guarda cambia forma e comunque fa apparire il mondo perfetto.
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