Dettagli Recensione
Che delusione....
La penultima volta che ho avuto a che fare con Nick Hornby è stato quando ho trovato in libreria a casa di mio zio Febbre a 90^, e parlo di molti molti anni fa. Ricordo che lo lessi tutto d'un fiato, e poi a distanza di anni lo rilessi ben altre 3 volte. "Per me il calcio ha significato troppo" come dice lo stesso Nick Hornby nel libro, per far si che rimanessi indifferente ad un gran libro come quello. Ora, a distanza di anni, qualche giorno fa avevo deciso di leggere qualcosa di nuovo dello scrittore inglese in questione, un altro libro noto (forse il più famoso dopo Febbre a 90^), "Alta Fedeltà. Beh, ho fatto un grande errore. Un po' come quando a distanza di tempo si torna in un posto che in passato ci ha lasciato un ottimo ricordo, e tornando invece ci rendiamo conto che non era proprio bello come ce lo ricordavamo. Alta Fedeltà segue un po' lo stesso stile narrativo di Febbre a 90^, cioè tutta la storia ruota intorno ad un fulcro centrale. In Febbre a 90^ era il calcio, qui è la musica. Il libro racconta infatti della storia di Rob, un trentenne proprietario di un negozio di dischi a Londra ed appassionato di musica, che improvvisamente viene lasciato dalla sua fidanzata, Laura, e così tra una classifica e l'altra, tra un disco e l'altro, prova a riconquistarla. Non ho usato il termine classifica a caso, infatti nel libro sono presenti più di 20 differenti classifiche. Il libro comincia proprio con una classifica, quella delle 5 ragazze con cui è stato Rob, dall'infanzia fino a Laura. Poi troviamo classifiche sui lavori che Rob vorrebbe fare, classifiche sui film, sugli album, sui gruppi, sui singoli cantanti, etc etc etc. Logicamente a lungo andare queste classifiche non fanno altro che rallentare io racconto, che già di suo non è ricco di colpi di scena, visto la monotona vita del protagonista (negozio di dischi-casa-amici) e visto anche la "passiva insistenza" con cui cerca di recuperare il rapporto con la sua ex. Alla fine c'è giusto un piccolo colpo di scena che peró non ravviva per nulla il racconto (sono arrivato alla 250esima pagina con gran fatica...). Lo stile è abbastanza pulito e semplice, i dialoghi lunghi e raramente interessanti. Insomma nulla a che vedere con il Nick Hornby di febbre a 90^. Forse sarà il tipo di scrittura già visto, forse la storia un po' troppo monotona o forse l'eccesiva presenza delle inutili classifiche, ma sta di fatto che questo libro dice poco e si legge a fatica. Preferisco ricordare il Nick Hornby di Febbre a 90^, vero capolavoro.
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A me Nick Hornby non piace per niente >_