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Più che limoni... Prugne.
Amica: “Se sei in cerca di qualcosa di estivo e piacevole, perchè non leggi Piccoli limoni gialli. Te lo consiglio!”
Quarta di copertina: Piccoli limoni gialli è una tenera e frizzante commedia degli equivoci degli anni duemila.
E così la sottoscritta, certa del buon gusto della suddetta amica, un bel dì si ritrova a passeggiare tra le corsie della libreria, scorge con il suo vispo occhietto il volume e, senza pensarci tanto, lo afferra, lo paga e lo porta a casa nonostante le vocine nella sua testa che, incessantemente, le ripetessero: “Clara non è il tuo genereee”.
Il romanzetto inizia con un tentativo di violenza sessuale in una fredda cantina di un ristorante chic. La protagonista, Agnes, cerca di difendersi dalle avances, non ricambiate, del suo francese e panciuto datore di lavoro. E come uscirne indenne,se non cercando di spaccargli una bottiglia di vino sulla capoccia ma il vino le scivola dalle mani e… Si era proprio una bottiglia di Chateau Pétrus, annata 1989. Un vino a tre zeri per decretare il suo licenziamento in tronco.
Ma non c’è fine al peggio per la sventurata Agnes che tornando tristemente alla sua dimora, riceve una telefonata del suo fidanzato Tobias che, con nonchalance, le comunica la sua intenzione di lasciarla visto che si trova molto bene accoccolato tra i seni prosperosi di una corista del suo gruppo rock.
A questo possiamo aggiungere, tradimenti, lutti in famiglia, un’amica depressa col vizietto del gin-tonic, quasi tutti gli amici e parenti di Agnes che restano disoccupati (al che la domanda sorge spontanea: Agnes ma non porterai un po’ sfiga mannaggia a te?!), e un vicino con i peli sugli alluci. Oh mon Dieu!
Certo quando si chiude una porta si apre un portone. Infatti, la piccola scandinava, in Stoccolma residente, riuscirà, faticosamente, a riemergere. E noi lettori non possiamo che passivamente leggere delle sue sfighe epiche ma soprattutto, pagina dopo pagina, dei suoi passi verso la rinascita.
La quarta di copertina del libro si chiede con falsa trepidazione se Agnes riuscirà a trovare la sua nuova strada e magari anche l’amore, ma è una domanda retorica in quanto non c’è un momento, da pagina 20 in poi, in cui il lettore abbia il minimo dubbio che ciò accada. Peccato solo che questa "love story" sia del tutto irreale, incoerente con quanto viene narrato in precedenza e di una noia tale da slogarsi le mascelle a furia di sbadigliare.
Ora vi chiederete: ma i piccoli limoni gialli? L’espressione deriva dal nome che la cara Agnes - quasi violentata, licenziata, abbandonata e tradita - sceglierà per il ristorante che il suo caro amico intende aprire e nel quale lei lavorerà. E sarà proprio il ristorante stesso il fulcro intorno al quale si svolgeranno le vicende dei nostri fortunatissimi eroi.
Al di là della storia che poteva andar bene per una (mediocre) commedia da guardare mentre ci si dedica ad altre emozionati attività, quali fare la polvere, stirare e riempire la lavastoviglie, io questo fresco e “agrumato” romanzetto lo consiglio solo a chi ha voglia di farsi due risate, ricordando ahimè, che in ogni caso, viste le disavventure della protagonista “poteva sempre andare peggio”.
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Commenti
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Oddio CUB, con la fatica che ho fatto a leggerlo non lo consiglierei nemmeno al mio peggior nemico... XD
Adesso peró glielo segnalo! :P
Mi mozzassero le mani la prossima volta che acquisto un libro d'impulso, sapendo che non è il mio genere.
Complimenti! :D
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Ahahahahaha !
Dai dai mandale un MP
>:D