Dettagli Recensione
Top 100 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Quella musica sorda
Se questo romanzo capitasse sotto forma di manoscritto sconosciuto tra le mani di alcuni editor di mia conoscenza, rischierebbe di finire cestinato senza ripensamenti, bollato come noioso e privo di ironia, disprezzato in quanto triste e, peccato imperdonabile, appesantito da troppi aggettivi.
Certo, qualcuno potrebbe trovare noiosa la trama insolita di questo romanzo dalla struttura circolare, che attraverso la malattia e il dolore racconta la vitalità, la passione e il carattere di un personaggio insolito, circondato da personaggi altrettanto insoliti, molto lontani dal nostro quotidiano. L’insieme è dipinto a tinte forti, ma senza eliminare sfumature e ambiguità, completo nei dettagli che connotano e incidono con forza.
Non c’è ironia nella scrittura elegante e sontuosa, che non teme di raccontare emozioni in azione all’interno di un corpo quasi immobile. Stupisce, a tratti, la resa degli aspetti più assurdi che si scoprono nell’esperienza della malattia, esperienza che l’autore riesce a narrare senza pudori, senza enfasi.
Non sono temi allegri la malattia grave, la morte, così come non sembrano temi leggeri Dio, l’arte e la musica: eppure l’autore riesce ad affrontarli in modi alternativi: senza tristezza, ovviamente senza allegria, scavando nei modi più nascosti e inaspettati, sfiorando gli aspetti già visti, affondando nell’intimo di emozioni poco frequentate.
L’autore non raziona gli aggettivi, che non risultano inutili e non cadono in schemi stereotipati; ma se in certi punti eccedono, molto spesso si rivelano indispensabili nell’illustrare emozioni e immagini molto complesse.
Infine, al di là del valore dell’opera letteraria, c’è un aspetto interessante da un punto di vista “sociologico”: ambientato in epoca fascista, il romanzo descrive un’assistenza sanitaria dall’efficienza sbalorditiva, in cui la terapia del dolore era praticata senza badare ai pregiudizi bigotti molto attivi nel nostro presente. Certo, si tratta di del punto di vista di un personaggio molto altolocato, un privilegiato, ma mi chiedo quanto la realtà dell’epoca abbia influito nelle descrizioni della routine ospedaliera.
Insomma, non aspettatevi una lettura per lievi ombrelloni, ma un’avventura corposa, sfaccettata, del tutto priva di scarna sobrietà. Siete avvisati:-)
Indicazioni utili
Commenti
10 risultati - visualizzati 1 - 10 |
Ordina
|
Dany secondo me potrebbe piacerti Marai puoi partire magari da "le braci", un libro che è pura poesia.
Comunque sono pienamente d'accordo con te su quanto hai detto, bel libro, profondo, ovviamnete non da ombrellone :-)
@ Daniele - anche io penso ti piacerebbe Marai. Guarda che non e' affatto una penna pesante, e' una penna eccellente. Solo che nel complesso sicuramente richiede una certa dose di attenzione.
LE BRACI che ti consigliava Katia penso sia perfetto, io di quel libro ho amato profondamente la capacita' descrittiva di Marai, quel castello mi e' entrato nell'anima, nessuno mai me lo togliera' piu'.
Le recensioni non tecniche hanno un'utilità diversa, ma non meno importante di quelle da addetti ai lavori.
A volte anche le recensioni superficiali, sballate o del tutto infondate sono utili a comprendere il valore di un testo. Ricordo un incipit stroncato perché "lasciava il lettore insoddisfatto": ottima definizione di suspense:-)
10 risultati - visualizzati 1 - 10 |