Dettagli Recensione

 
La sorella
 
La sorella 2012-07-10 18:51:53 antonelladimartino
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    10 Luglio, 2012
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Quella musica sorda

Se questo romanzo capitasse sotto forma di manoscritto sconosciuto tra le mani di alcuni editor di mia conoscenza, rischierebbe di finire cestinato senza ripensamenti, bollato come noioso e privo di ironia, disprezzato in quanto triste e, peccato imperdonabile, appesantito da troppi aggettivi.

Certo, qualcuno potrebbe trovare noiosa la trama insolita di questo romanzo dalla struttura circolare, che attraverso la malattia e il dolore racconta la vitalità, la passione e il carattere di un personaggio insolito, circondato da personaggi altrettanto insoliti, molto lontani dal nostro quotidiano. L’insieme è dipinto a tinte forti, ma senza eliminare sfumature e ambiguità, completo nei dettagli che connotano e incidono con forza.

Non c’è ironia nella scrittura elegante e sontuosa, che non teme di raccontare emozioni in azione all’interno di un corpo quasi immobile. Stupisce, a tratti, la resa degli aspetti più assurdi che si scoprono nell’esperienza della malattia, esperienza che l’autore riesce a narrare senza pudori, senza enfasi.

Non sono temi allegri la malattia grave, la morte, così come non sembrano temi leggeri Dio, l’arte e la musica: eppure l’autore riesce ad affrontarli in modi alternativi: senza tristezza, ovviamente senza allegria, scavando nei modi più nascosti e inaspettati, sfiorando gli aspetti già visti, affondando nell’intimo di emozioni poco frequentate.

L’autore non raziona gli aggettivi, che non risultano inutili e non cadono in schemi stereotipati; ma se in certi punti eccedono, molto spesso si rivelano indispensabili nell’illustrare emozioni e immagini molto complesse.

Infine, al di là del valore dell’opera letteraria, c’è un aspetto interessante da un punto di vista “sociologico”: ambientato in epoca fascista, il romanzo descrive un’assistenza sanitaria dall’efficienza sbalorditiva, in cui la terapia del dolore era praticata senza badare ai pregiudizi bigotti molto attivi nel nostro presente. Certo, si tratta di del punto di vista di un personaggio molto altolocato, un privilegiato, ma mi chiedo quanto la realtà dell’epoca abbia influito nelle descrizioni della routine ospedaliera.

Insomma, non aspettatevi una lettura per lievi ombrelloni, ma un’avventura corposa, sfaccettata, del tutto priva di scarna sobrietà. Siete avvisati:-)

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Commenti

10 risultati - visualizzati 1 - 10
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DanySanny
10 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento:
10 Luglio, 2012
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Mi attira molto questo scrittore, ma ancora di lui non ho letto nulla, forse la pesantezza dei temi si avverte anche dalle recensioni e mi stupisco continuamente di come riseca, a quanto scrivono i recensori, a trattare temi vasti e complessi senza minare l'equilibrio narrativo, senza compromettere la lettura. Grazie del suggerimento di lettura e soprattutto dell'avviso finale !
Lettore avvisato... Ti consiglio ancora di provarlo, la pesantezza non costituisce sempre un limite:-)
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DanySanny
11 Luglio, 2012
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Lo so, ma è necessario distinguere tra pesantezza stilistica (che mi spaventa) e pesantezza dei contenuti che invece mi affascina, ma generalmente sono ben disposto verso tutti quelli che scrivono con spessore e abilità
Wow! Che bella recensione! Io ho fatto la tesi sulla terapia del dolore... quindi me lo consigli??? Queste tematiche mi affascinano!
Bellissima recensione !!
Dany secondo me potrebbe piacerti Marai puoi partire magari da "le braci", un libro che è pura poesia.
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
11 Luglio, 2012
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Bella recensione Antonella, molto tecnica, si vede che sei nel settore. Rileggevo la mia, per vedere cosa avevo scritto ai tempi e sorridevo confrontandole, constatando quanto poco tecnica sono io invece !
Comunque sono pienamente d'accordo con te su quanto hai detto, bel libro, profondo, ovviamnete non da ombrellone :-)

@ Daniele - anche io penso ti piacerebbe Marai. Guarda che non e' affatto una penna pesante, e' una penna eccellente. Solo che nel complesso sicuramente richiede una certa dose di attenzione.
LE BRACI che ti consigliava Katia penso sia perfetto, io di quel libro ho amato profondamente la capacita' descrittiva di Marai, quel castello mi e' entrato nell'anima, nessuno mai me lo togliera' piu'.
Lo stile di Marai non è leggero, eppure stuzzica l'appetito del lettore, perché è adeguato al peso specifico dei contenuti. In altre parole, la struttura della sua opera è composta da elementi "pericolosi", ma risulta stabile e accattivante. Del resto, spessore e abilità non mancano all'autore. In sintesi: provalo:-)
Non so quanto possa essere interessante da un punto di vista scientifico, ma di certo stimola la riflessione. Il consiglio è sempre lo stesso: provalo:-) Ne vale la pena.
Grazie Katia:-) Anche il tuo è un buon consiglio!
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antonelladimartino
11 Luglio, 2012
Ultimo aggiornamento:
11 Luglio, 2012
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Grazie CUB:-)
Le recensioni non tecniche hanno un'utilità diversa, ma non meno importante di quelle da addetti ai lavori.
A volte anche le recensioni superficiali, sballate o del tutto infondate sono utili a comprendere il valore di un testo. Ricordo un incipit stroncato perché "lasciava il lettore insoddisfatto": ottima definizione di suspense:-)
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